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Paesi Bassi, l’antitrust troppo legata al governo: due rapporti chiedono una riforma strutturale

Vista degli edifici governativi in ristrutturazione all'Aia.
Vista degli edifici governativi in ristrutturazione all'Aia. Diritti d'autore  Peter Dejong/Copyright 2024 The AP. All rights reserved
Diritti d'autore Peter Dejong/Copyright 2024 The AP. All rights reserved
Di Cynthia Kroet
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Secondo due analisi commissionate dal ministero dell’Economia olandese, l’Autorità per i consumatori e i mercati (Acm) soffre di scarsa indipendenza e inefficienze operative. Sul tavolo una possibile revisione della governance

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L’Autorità per i consumatori e i mercati dei Paesi Bassi (Acm), incaricata di vigilare sulla concorrenza e sul rispetto delle normative nei settori chiave dell’economia, necessita di una riforma strutturale per poter affrontare in modo efficace le nuove sfide regolatorie.

È quanto emerge da due rapporti indipendenti commissionati dal Ministero dell’Economia olandese, guidato dal liberale Vincent Karremans, che mettono in luce criticità nella governance, nella gestione del personale e nella capacità operativa dell’istituzione.

Un’autorità “non sufficientemente autonoma”

Nel mirino degli analisti la stretta interdipendenza tra Acm e il ministero dell’Economia, da cui dipende non solo per le nomine dei vertici, ma anche per le decisioni in materia di budget, politiche del personale e pianificazione strategica. "Ruoli e responsabilità risultano eccessivamente intrecciati", si legge in uno dei rapporti, mentre il secondo – redatto da PwC – denuncia lacune nel rispetto dei quadri operativi e una struttura gestionale "poco agile" di fronte a nuove esigenze normative, in particolare nei settori digitale ed energetico.

Compiti crescenti, risorse limitate

Negli ultimi anni il mandato dell’Acm si è ampliato significativamente, includendo la sorveglianza sull’applicazione del Digital markets act (Dma) e del Digital services act (Dsa), due regolamenti Ue pensati per tutelare la concorrenza e la trasparenza online. Secondo Martijn Snoep, presidente dell’Acm, l’autorità è "ben equipaggiat"» per affrontare i nuovi incarichi, ma i dati indicano un rallentamento dell’attività ispettiva.

Nel 2024 sono state avviate meno indagini rispetto all’anno precedente, e anche il numero di fusioni esaminate è rimasto contenuto. Le sanzioni comminate sono in leggera ripresa, ma – secondo Karremans – "restano significativamente inferiori rispetto al passato, con un impatto deterrente indebolito".

Il nodo della governance

Attualmente l’Acm non dispone di autonomia di bilancio, e i vertici – compreso il presidente – sono nominati direttamente dal ministro dell’Economia. Secondo i rapporti, questo assetto compromette la neutralità operativa dell’ente e ostacola una gestione flessibile e reattiva, soprattutto in settori complessi come le piattaforme digitali, l’energia e le telecomunicazioni.

"Le sfide future richiederanno risorse dedicate e la capacità di adattarsi rapidamente ai cambiamenti del mercato", si legge nelle conclusioni. Lo stesso Karremans, in una lettera al Parlamento olandese, ha dichiarato che spetterà al prossimo esecutivo – atteso dopo le elezioni del 29 ottobre – decidere se avviare una riforma strutturale.

Uno scenario in evoluzione in tutta Europa

Il caso olandese si inserisce in un contesto più ampio in cui le autorità di regolamentazione europee sono chiamate a rafforzare indipendenza e capacità operative, in un quadro normativo sempre più orientato al digitale e alla concorrenza transnazionale. Le implicazioni economiche sono rilevanti, soprattutto per i grandi player del tech e i settori a forte impatto regolatorio.

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