Meta rilascerà il proprio modello autonomo nel secondo trimestre di quest'anno, e si prevede che ci sarà anche un sistema a pagamento più avanzato. Ma in molti temono per la sicurezza dei loro dati
Il gigante dei big tech Meta è pronto a sviluppare una propria app di intelligenza artificiale autonoma per competere con ChatGpt di OpenAi, lo riporta la Cnbc.
La tv statunitense ha riferito che l'app, chiamata Meta Ai, sarà rilasciata nel secondo trimestre del 2025 e fa parte dei piani dell'azienda per affermarsi nel campo dell'Ai quest'anno. Si dovrà fare strada fra Chatgpt, la creatura di Sam Altman, e il suo corrispettivo di Google, Gemini.
Gli investimenti di Meta nell'Ai
Un chatbot Meta Ai è già stato rilasciato nel 2023 come assistente virtuale. Secondo quanto riferito, il prossimo passo sarà creare un'applicazione autonoma, che si affiancherà alle altre app dell'azienda, come Facebook, Instagram e WhatsApp.
Un servizio di abbonamento a pagamento più avanzato del chatbot inizierà a essere testato nel secondo trimestre dell'anno, secondo quanto riportato da Reuters, ma non si prevedono novità significative almeno fino al prossimo anno.
A gennaio, l'amministratore delegato Mark Zuckerberg ha annunciato che l'azienda avrebbe speso tra i 60 e i 65 miliardi di dollari quest'anno nel campo dell'Ai.
Le perplessità rispetto alla protezione dei dati
Un articolo esclusivo di Euronews di questa settimana ha rivelato che Meta è accusata di aver violato le norme sulla protezione dei dati dei consumatori europei.
Circa cinquemila utenti di Facebook hanno presentato reclami in Germania, Norvegia e Spagna per l'utilizzo delle loro informazioni personali a fini di marketing. Le denunce sono state trasferite all'autorità irlandese per la protezione dei dati, dove Facebook ha la sua sede centrale.
In relazione allo sviluppo del suo modello di intelligenza artificiale, Meta ha dovuto affrontare reclami in undici Paesi europei a metà del 2024: migliaia di utenti sostenevano che l'azienda stava cercando di utilizzare le informazioni personali degli utenti della sua piattaforma per addestrare il suo chatbot.
L'azione legale è stata avviata dopo che Meta ha aggiornato la sua politica sulla privacy, chiedendo il consenso a prendere tutti i dati pubblici e non pubblici degli utenti (con l'eccezione delle chat tra individui) che ha raccolto dal 2007. Lo scopo è utilizzarli per lo sviluppo della "tecnologia di intelligenza artificiale attuale e futura", secondo il gruppo europeo per la difesa della privacy Noyb.
I giganti tecnologici statunitensi sono stati recentemente ai ferri corti con le autorità di regolamentazione dell'Ue. Il capo della politica globale di Meta, Joel Kaplan, ha dichiarato in una recente intervista che la regolamentazione europea contro le aziende tecnologiche statunitensi sta spingendo il vecchio continente "ai margini".