Il robot amico dei bimbi diabetici

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Di Denis Loctier
Il robot amico dei bimbi diabetici

Il progetto PAL

"Con questo robot per i piccoli pazienti il diabete non è un peso."

Roos Nuboer Dottoressa, specializzata nella cura per il diabete infantile, presso il "Meander Medical Centre

Il diabete è una sfida per molti bambini e ragazzi. Il loro benessere dipende da medicine che devono essere assunte durante tutto il giorno. I robot possono essere un aiuto?

Secondo il risultato del progetto Pal (Personal Assistant for healthy Lifestyle), progetto co‐finanziato dalla Commissione Europea, pare proprio di sÌ. Questa ricerca vede coinvolti medici e ricercatori di vari paesi come l’Italia (rappresentata dalla Fondazione Centro San Raffaele), la Germania, il Regno Unito e i Paesi Bassi, per offrire un nuovo supporto ai bambini affetti dal diabete di tipo 1. In questa forma di diabete infatti il pancreas non è più in grado di produrre l’insulina, un ormone che svolge un ruolo fondamentale nel mantenimento del normale livello di glicemia. Per ora l’unico modo per controllare la malattia è costituito dall’assunzione regolare di insulina tramite iniezioni o microinfusore, una routine giornaliera non facile da seguire per un bambino.

Convivere con il diabete 1

Ilona vive in una piccola città, non lontano da Amsterdam, insieme al marito e ai due figli, Tatum e Arjan. Entrambi i ragazzini di 11 e 13 anni soffrono di diabete. “La scuola è a mezz’ora di distanza in bicicletta. Ogni mattina i ragazzi devono pensare a cosa mangiare e quanta insulina assumere. Devono ricordarselo sempre per tornare a casa sani e salvi, per non trovarsi con poco o troppo zucchero nel sangue lungo la strada”, ci racconta Ilona Geurts, la mamma dei due ragazzini.

Tatum e Arjan sono pazienti del progetto di ricerca europeo “PAL” per aiutare i bambini diabetici con i giochi elettronici. Applicazioni speciali sui loro tablet aiutano a scegliere il cibo giusto, a contare i carboidrati e a tenere traccia dei medicinali in modo semplice e divertente. I bambini in realtà non leggono molto i libri. Preferiscono giocare con fli smartphone e i tablet.

In tre ospedali e due organizzazioni per il diabete in Italia e nei Paesi Bassi durante le visite mediche, i bimbi possono giocare con un robot programmato per essere non solo un coach ma anche un amico. Che ogni tanto commette qualche errore che i ragazzini possono correggere. “Le persone tendono a umanizzare i robot, e questo aiuta a favorire il legame tra il bambino e il robot. e migliora il loro impegno”, spiega Rosemarijn Looije, ricercatrice e coodinatrice del progetto “PAL2:http://www.pal4u.eu/.

Il robot amico dei bimbi diabetici

I pediatri possono programmare il robotino a secondo delle esigenze dei piccoli pazienti. Inoltre grazie a questi dispositivi, i ricercatori hanno anche notato, che i bambini sono più contenti di tornare a fare i loro check-up. Secondo il pediatra Roos Nuboer, specializzata nella cura per il diabete infantile presso il Meander Medical Centre i ragazzini amano questo robot. “Si sa che ai bimbi non piace andare in ospedale, preferiscono fare cose più divertenti come giocare con i loro amici. Ma questo robot li rende felici, si fanno i selfie con lui, dimostrando ai loro amici che il diabete non è solo un peso.”

In questo gioco a quiz, il bambino deve scegliere cosa fare durante il giorno, come comportarsi ad esempio durante una festa di compleanno. Ovviamente si deve optare per la soluzione più sana. I ruoli possono essere anche invertiti Nel senso che è il robot a dover indovinare la risposta giusta. “Per questo progetto avevamo bisogno di un robotino che riconoscesse le emozioni del bimbo, tramite una selezione di domande. Abbiamo dovuto creare tutto questo. Le app del tablet che abbiamo sviluppato sono molto importanti”, sottolinea Bert Bierman, ingegnere di robotica presso Produxi.

Anche se il robot non fornisce una consulenza medico-farmacologica, aiuta a comprendere i sintomi del diabete. Nel rispetto della privacy di ciascun paziente. Le informazioni non possono essere condivise. “L’ipo o l’iper glicemia devono essere segnalati subito ai genitori, ma anche il bambino deve essere in grado di controllare i picchi”, dichiara Rosemarijn Looije.

Prossimo step per i nostri ricercatori: riuscire a coinvolgere in questo esperimento il maggior numero possibile di bimbi per aiutarli ad affrontare nel modo più dolce e divertente la malattia.