L'Ue sta cercando di porre fine alla dipendenza energetica da Mosca e di colpire i fondi per la guerra contro l'Ucraina. L'accordo raggiunto a Bruxelles prevede una clausola di sospensione per i Paesi senza sbocco sul mare, ma non convince comunque Ungheria e Slovacchia
L'Unione Europea vieterà entro il 2027 al gas russo di entrare nel blocco, via gasdotti o sottoforma di gnl (gas naturale liquefatto), con eccezioni per Ungheria e Slovacchia, che potranno comprare energia da Mosca in caso di scarsità delle forniture.
Rappresentanti del Consiglio europeo e del Parlamento europeo hanno raggiunto infatti, questo mercoledì, un accordo sul regolamento per eliminare gradualmente le importazioni di gas naturale dalla Russia, che verrà approvato formalmente a metà del mese.
Il regolamento, che costituisce un elemento centrale della tabella di marcia REPowerEU, per porre fine alla dipendenza dall'energia russa dopo l'invasione dell'Ucraina, introduce un divieto giuridicamente vincolante ma graduale.
Quando terminano le importazioni di gas russo nell'Ue
I co-legislatori dell'Ue hanno stabilito che per i contratti di fornitura a breve termine, firmati prima del 17 giugno 2025, il divieto si applicherà a partire dal 25 aprile 2026 per il Gnl e dal 17 giugno 2026 per i gasdotti.
I contratti di importazione invece a lungo termine saranno consentiti per il gnl fino al 1° gennaio 2027 e per gli approvvigionamenti da gasdotto fino al 30 settembre dello stesso anno, in linea con il 19° pacchetto di sanzioni approvato dall'Ue.
Tuttavia, a seconda del livello di stoccaggio negli Stati membri, il divieto potrà essere spostato al 1° novembre 2027.
L'invasione dell'Ucraina ha sconvolto i prezzi dell'energia in tutto il blocco dell'Ue. Per questo i 27 hanno varato varie misure per diversificare i fornitori di energia - in modo da ridurre la dipendenza da Mosca e gli introiti a disposizione del Cremlino per la guerra - culminate con la proposta della Commissione europea di un divieto totale delle importazioni dalla Russia.
Dati dell'Ue indicano che le importazioni di gas russo sono scese dal 45 per cento di inizio 2022 al 13 per cento della prima metà del 2025.
Tuttavia, nonostante il drastico taglio, le importazioni energetiche dalla Russia ammontano ancora a 10 miliardi di euro. Belgio, Francia e Spagna sono tra gli Stati membri che continuano a ricevere gnl russo.
Il Parlamento rompe l'impasse creata da alcuni Stati Ue
Nonostante una volontà generalmente condivisa tra i 27, alcuni Paesi senza sbocco sul mare e rapporti più stretti con il presidente Putin, come Slovacchia e Ungheria, hanno fatto resistenza.
Nello specifico, hanno sostenuto che rischiano di affrontare costi energetici più alti rispetto ad altri Stati membri, ipotizzando una concorrenza sleale all'interno del blocco.
Il Parlamento si è dapprima opposto ma infine ha ceduto nei negoziati con il Consiglio europeo. ma alla fine le ha concesse al Consiglio.
"Sono molto soddisfatto e orgoglioso che siamo riusciti a raggiungere un accordo con il Parlamento europeo così rapidamente. Questo dimostra che siamo impegnati a rafforzare la nostra sicurezza e a salvaguardare il nostro approvvigionamento energetico", ha dichiarato Lars Aagaard, ministro danese per il Clima e l'energia, a nome dell'attuale presidenza della Danimarca.
Ungheria e Slovacchia pensano di contestare comunque la decisione appena adottata. Il ministro degli Esteri di Budapest, Péter Szijjártó, ha dichiarato che è impossibile applicare il "diktat" di Bruxelles, definendo il regolamento una "frode" che va contro i trattati dell'Ue.
"L'Ungheria non è sola, anche la Slovacchia è stata consultata per prendere provvedimenti", ha dichiarato Szijjártó durante un briefing con la stampa a Bruxelles.
Gas russo nell'Ue: cosa sono la clausola di emergenza e i livelli di stoccaggio
Dopo diverse tornate di colloqui, l'Europarlamento e i governi dell'Ue hanno concordato di includere nell'accordo una clausola di sospensione, per alleviare le preoccupazioni dei Paesi senza sbocco sul mare e, quindi, meno capaci di diversificare gli approvvigionamenti energetici.
Tale clausola può essere attivata dalla Commissione europea solo se uno Stato membro dichiara un'emergenza, ai sensi della legge sulla sicurezza dell'approvvigionamento di gas del blocco, vale a dire se dispone di meno del 90 per cento delle riserve di gas entro il 1° novembre di un determinato anno solare.
"Persino durante la crisi energetica, nessun Paese dell'Ue ha dichiarato un'emergenza", ha notato un diplomatico europeo a Euronews, esprimendo fiducia nel piano di riduzione delle importazioni russe a lungo termine.
"Sebbene le condizioni [della clausola di sospensione] siano più rigide di quelle che vedremmo come una soluzione pienamente operativa, essa fornisce la necessaria rete di sicurezza", ha dichiarato a Euronews un altro diplomatico dell'Ue.
Gli Stati membri dovranno ora sviluppare piani nazionali di diversificazione fissando azioni e tempistiche per cessare le importazioni di gas naturale e petrolio russo entro le scadenze previste.
Il nuovo provvedimento vieta anche le importazioni attraverso il Turkstream - un gasdotto che attraversa la Turchia per raggiungere l'Europa sud-orientale - anche se le aziende hanno la facoltà di dimostrare che il gas importato è stato prodotto in un altro Paese e solo transitato attraverso la Russia o la Bielorussia.
Von der Leyen: "Impoveriamo le casse di guerra di Putin"
Ursula von der Leyen ha dichiarato che l'accordo segna "l'era della piena indipendenza energetica dell'Europa dalla Russia".
"Stiamo fermando queste importazioni in modo permanente. Impoverendo la cassa di guerra di Putin, siamo solidali con l'Ucraina e puntiamo su nuove partnership energetiche e opportunità per il settore", ha dichiarato la presidente della Commissione europea.
Il commissario Ue per l'Energia, Dan Jørgensen, ha respinto qualsiasi arretramento dal divieto di utilizzo dell'energia russa.
"Non torneremo mai alla nostra pericolosa dipendenza dalla Russia. Non torneremo mai alla volatilità delle forniture e alla manipolazione del mercato. Non torneremo mai più al ricatto energetico e all'esposizione economica", ha dichiarato Jørgensen.
L'eurodeputato francese, Thomas Pellerin-Carlin (S&D), che guida il dossier in materia in Parlamento, ha affermato che la nuova legge impedirà alla Russia di manipolare il mercato dell'energia e di mettere a rischio i posti di lavoro in Europa.
"Gli europei ricordano l'aumento dei prezzi del gas e dell'elettricità che tutti abbiamo sperimentato nel 2021 e nel 2022. Quella che è stata spesso definita una 'crisi energetica' è in realtà uno shock da gas russo", ha dichiarato Pellerin-Carlin.
I ministri dell'Energia del blocco voteranno il testo concordato il 15 dicembre, mentre il voto in plenaria del Parlamento è previsto per la stessa settimana.