I leader europei affermano che il piano in 28 punti promosso dagli Stati Uniti per porre fine alla guerra in Ucraina è ben lontano dall'essere un accordo definitivo. Kiev sarebbe sottoposta a pressioni "enormi" per accettare o abbandonare l'accordo entro giovedì
I leader europei e di Giappone e Canada hanno dichiarato che il piano in 28 punti promosso dagli Stati Uniti per l'Ucraina è "una bozza" e dovrà essere modificato per incorporare le loro richieste.
In una dichiarazione congiunta rilasciata sabato, i leader hanno affermato che il piano potrebbe servire come base per un negoziato, ma che è necessario un ulteriore lavoro e che i termini attuali non sono definitivi.
I leader hanno espresso preoccupazione per le proposte di ridimensionamento dell'esercito ucraino in un accordo con la Russia e sostengono che i punti relativi alla sicurezza europea e della Nato dovrebbero essere approvati prima dall'Europa e dagli alleati. "Siamo preoccupati per le limitazioni proposte alle forze armate ucraine", si legge nella dichiarazione. "Ribadiamo inoltre che l'attuazione di elementi relativi all'Unione Europea e alla Nato necessiterebbe del consenso dei membri dell'Ue e della Nato rispettivamente".
La dichiarazione è stata adottata dal presidente del Consiglio dell'Ue Costa, dalla presidente della Commissione von der Leyen, dal primo ministro canadese Carney, dal presidente finlandese Stubb, dal presidente francese Macron, dal cancelliere tedesco Merz, dal primo ministro irlandese Martin, dalla premier italiana Meloni, dalla prima ministra giapponese Takaichi, dal primo ministro olandese Schoof, dal primo ministro norvegese Støre, dal primo ministro spagnolo Sánchez, dal premier britannico Starmer e dal primo ministro polacco Tusk.
I leader dell'Ue a 27 si riuniranno nuovamente lunedì. La notizia è confermato dal presidente del Consiglio europeo Costa.
Settimana decisiva per l'Ucraina e l'Europa
Gli europei e i loro alleati stanno tenendo riunioni a margine del vertice del G20 in Sudafrica per evitare che l'Ucraina sia costretta a firmare un accordo affrettato che potrebbe lasciare Kiev esposta a future aggressioni.
Un funzionario dell'Unione europea ha dichiarato a Euronews che "è in corso un intenso sforzo diplomatico" prima della scadenza imposta dagli Stati Uniti all'Ucraina per accettare o abbandonare il piano in 28 punti.
Lo stesso diplomatico ha dichiarato a Euronews che la pressione su Kiev è "enorme" e che un gruppo di Paesi che sostengono l'Ucraina, guidato da Francia e Regno Unito, presenterà un contropiano.
Le preoccupazioni degli europei ruotano attorno a tre punti principali: sovranità, territori e riparazioni di guerra della Russia.
La dichiarazione pubblicata sabato afferma che i confini non possono essere modificati con la forza, un rimprovero al piano in 28 punti che richiede significative concessioni territoriali da parte dell'Ucraina, tra cui la cessione dell'intera Crimea, Luhansk e Donetsk alla Russia.
Nella loro dichiarazione, i leader sottolineano anche il loro rifiuto di ridurre la capacità militare dell'Ucraina, contrariamente al piano statunitense che chiede una riduzione a 600.000 effettivi rispetto ai quasi 900.000 che l'Ucraina detiene attualmente.
Europei e ucraini concordano sul fatto che le forze armate del Paese debbano essere rafforzate e ingrandite in futuro per contenere la possibilità di una futura aggressione.
Infine, gli europei non sono d'accordo su cosa fare con i beni congelati dalla Russia, per lo più detenuti in Europa.
L'Ue sta cercando un modo per utilizzare i 140 miliardi di euro di beni russi immobilizzati in Belgio per concedere all'Ucraina un prestito di riparazione senza precedenti per coprire le sue esigenze militari e di bilancio per il 2026 e il 2027.
Il piano presentato dagli Stati Uniti dopo i negoziati diretti con Mosca suggerisce il contrario.
Sebbene i dettagli siano vaghi, il piano indica che i beni congelati verrebbero sbloccati e collocati in due fondi di investimento, uno per l'Ucraina e l'altro per la Russia.
Gli Stati Uniti beneficerebbero economicamente di entrambi i fondi, mentre gli europei si vedono versare 100 miliardi di euro per la ricostruzione dell'Ucraina.
Un funzionario europeo, che ha parlato con Euronews a condizione di anonimato perché i colloqui sono privati, ha dichiarato che è "sorprendente vedere un tale livello di brutalità economica".
Per l'Europa, mantenere i beni congelati sotto la propria giurisdizione è uno strumento potente.
La sfida per gli europei sarà quella di presentare un piano alternativo senza attirare le ire del presidente Donald Trump, che vuole un accordo in tempi brevi.
"Questa è l'ora più difficile", ha detto il diplomatico.
Il presidente Zelensky ha detto agli ucraini in un discorso video venerdì che il Paese si trova di fronte a una scelta draconiana: perdere la propria dignità o il sostegno degli Stati Uniti.