Aumentano i i casi di Chikungunya nella zona di Verona, con nuovi contagi a Isola della Scala e Cavaion. Le autorità hanno sospeso alcuni eventi pubblici e ordinato disinfestazioni straordinarie
I casi di Chikungunya nel Veronese continuano ad aumentare e nel fine settimana hanno raggiunto quota quarantasei. Si tratta di un'epidemia meno preoccupante, per sintomi e decorso della malattia, di quella di Virus del Nilo occidentale che ha colpito l'Italia nei mesi scorsi, ma ha messo comunque le autorità locali in allerta per evitare i contagi, in particolare durante sagre e feste popolari in calendario fino a fine mese.
Tre manifestazioni sono già state sospese o annullate, mentre altre hanno proseguito l'attività solo dopo misure straordinarie di sicurezza sanitaria.
Il focolaio si è acceso il 6 agosto ad Arbizzano, frazione tra Verona e Negrar di Valpolicella, e si è poi diffuso rapidamente coinvolgendo Valpolicella, Affi, Isola della Scala e diversi quartieri del capoluogo.
Gli ultimi due casi sono stati segnalati a Cavaion e Isola della Scala, dove sono partite nuove disinfestazioni nel raggio di alcune centinaia di metri dalle abitazioni degli infettati.
L’attenzione è ora puntata sulla Fiera del Riso, evento di richiamo nazionale in programma dal 19 settembre al 12 ottobre a Isola della Scala, la cui apertura con 300mila visitatori stimati resta incerta a causa dell’epidemia.
Dal primo contagio confermato, il paziente zero che ha probabilmente effettuato un viaggio di recente all'estero, il virus è stato trasmesso da zanzare tigre a Verona e in vari comuni della provincia da Domegliara a Sant’Ambrogio di Valpolicella e San Pietro in Cariano e Parona.
Tra le conseguenze immediate la sospensione di storiche manifestazioni, tra cui la Festa della Birra di Parona e la sagra di Dossobuono.
Il ceppo del virus è quello del Madagascar ma di recente altri focolai sono stati segnalati in Cina e in Francia.
“C’è apprensione, ma con le disinfestazioni straordinarie il rischio si riduce e restiamo fiduciosi”, ha dichiarato al Tgr del Veneto Roberto Venturi, presidente dell’Ente Fiera di Verona.
Nonostante la prudenza, quest'area del Veneto rappresenta la seconda zona più colpita in Italia, dopo i circa cento casi segnalati a Carpi in Emilia-Romagna.
La Regione Veneto e l’Istituto superiore di sanità hanno invitato i cittadini a collaborare con la rimozione dell'acqua che ristagna usualmente in sottovasi e fioriere, in particolare nei cimiteri per contenere la proliferazione delle zanzare.
Il virus Chikungunya non si trasmette da persona a persona, ma attraverso la puntura di zanzare infette. I medici raccomandano di rivolgersi subito a un presidio sanitario in caso di febbre alta senza sintomi respiratori e, in caso di positività, rispettare almeno cinque giorni di isolamento.
Secondo l’ultimo bollettino dell’Istituto Superiore di Sanità, dal 1° gennaio al 9 settembre 2025 in Italia sono stati confermati 208 casi di Chikungunya: 41 legati a viaggi all’estero e 167 autoctoni. L’età media delle persone colpite è di 60 anni, il 47 per cento è di sesso maschile. Finora, non risultano decessi.
Gli esperti informano che non vi sono vaccini in uso per questa infezione e confermano che la letalità del virus è molto bassa, ma restano incognite sugli effetti economici e sociali: dalle sagre di paese alla Fiera del Riso, simbolo della tradizione veronese, tutto dipenderà dalla capacità di circoscrivere i contagi nelle prossime settimane.