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Fact-checking: la Spagna ha inviato a Gaza forniture umanitarie in cattive condizioni?

Aiuti umanitari vengono lanciati ai palestinesi sopra Khan Younis, nella Striscia di Gaza, venerdì 1 agosto 2025.
Aiuti umanitari vengono lanciati ai palestinesi sopra Khan Younis, nella Striscia di Gaza, venerdì 1 agosto 2025. Diritti d'autore  Abdel Kareem Hana/Copyright 2025 The AP. All rights reserved.
Diritti d'autore Abdel Kareem Hana/Copyright 2025 The AP. All rights reserved.
Di Mared Gwyn Jones
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Un video virale sostiene di mostrare un sacco di forniture umanitarie sganciato per via aerea nella Striscia di Gaza dalla Spagna e da altri governi, contenente prodotti ammuffiti. Il check di Euroverify

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Un video che circola sui social mostra un giovane palestinese mentre apre una borsa di aiuti presumibilmente sganciata con il paracadute sulla Striscia di Gaza. All’interno si vedono pacchetti di provviste ricoperti di muffa.

Nel filmato, l’uomo sostiene che la borsa sia caduta nelle zone di Khan Younis e Deir al-Balah e che sia stata poi venduta “nei mercati” per circa 100 dollari. “Guardate come ci arrivano gli aiuti con la muffa”, afferma mostrando il contenuto.

Le confezioni riportano il marchio della società spagnola Jomipsa, con sede ad Alicante, che fornisce razioni alimentari e kit umanitari a governi e organizzazioni internazionali. Le immagini corrispondono a quelle visibili sul sito dell’azienda e sono state rilanciate da Euroverify, che ha rintracciato il video su X, TikTok, Instagram e Telegram.

Il video è stato pubblicato il 2 agosto, un giorno dopo che Spagna, Francia, Germania, Emirati Arabi Uniti e Giordania avevano inviato aiuti umanitari a Gaza per via aerea: 12 tonnellate di provviste, tra cui 5.500 razioni destinate a sfamare 11.000 persone.

Molti utenti hanno ipotizzato che la borsa mostrata appartenga a questi lanci. Tuttavia, il ministero degli Esteri spagnolo ha definito le accuse “false”, sottolineando che non vi è alcuna prova che i pacchi inviati siano arrivati in cattive condizioni. Ha aggiunto che l’origine di un sacco non può essere confermata senza numero di lotto e che Jomipsa fornisce anche altri Paesi donatori.

Aiuti rivenduti nei mercati

Media spagnoli come l’agenzia Efe hanno ricevuto immagini da Gaza che mostrano pacchetti di aiuti venduti nei mercati per circa 350 shekel (90 euro). Secondo le testimonianze, il contenuto corrispondeva a quello del video, ossia bustine di biscotti, caffè e altri alimenti di base. Anche il quotidiano catalano Diari ARA ha pubblicato foto di sacchi identici esposti in un mercato.

Il direttore dell’Unrwa, Philippe Lazzarini, ha ribadito che i lanci aerei sono “100 volte più costosi dei camion” e ha invitato la comunità internazionale a facilitare il passaggio degli aiuti via terra. Anche il ministro degli Esteri spagnolo, José Manuel Albares, ha definito i lanci “una goccia nell’oceano”, chiedendo un flusso più regolare e sicuro.

Le accuse sui prodotti a base di maiale

Parallelamente, online sono circolate voci secondo cui i pacchi contenessero carne di maiale, inaccettabile per la popolazione musulmana di Gaza. Alcuni utenti hanno diffuso uno screenshot del sito Jomipsa che menzionava “polpette di maiale” in alcune razioni standard.

Il ministero spagnolo ha però smentito categoricamente, precisando che i pasti inviati a Gaza erano tutti halal e conformi ai requisiti religiosi.

Il dibattito sui lanci aerei evidenzia le difficoltà della distribuzione degli aiuti in una Striscia di Gaza segnata da scarsità di cibo, inflazione e continui bombardamenti.

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