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Stati Uniti, prigioni sovraffollate: Trump ha bisogno di più spazio per i detenuti

Prigionieri guardano fuori dalla loro cella nel Centro di Confinamento per Terroristi di Tecoluca, El Salvador, mercoledì 26 marzo 2025. (Foto AP)
Prigionieri guardano fuori dalla loro cella nel Centro di Confinamento per Terroristi di Tecoluca, El Salvador, mercoledì 26 marzo 2025. (Foto AP) Diritti d'autore  AP Photo
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Di Stefan Grobe
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Mentre l'Unione Europea si affanna a trovare merce di scambio per i futuri colloqui commerciali con l'amministrazione Trump, Bruxelles potrebbe offrire posti nelle prigioni europee per attirare l'attenzione del presidente statunitense

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Donald Trump ha recentemente intensificato le sue minacce di spedire gli statunitensi nelle prigioni straniere, affermando che "amerebbe" deportare i cittadini statunitensi che commettono crimini violenti in El Salvador.

"Mi piacerebbe farlo se fosse consentito dalla legge", ha detto Trump in un'intervista alla rivista Time il mese scorso. "Stiamo valutando la cosa", ha aggiunto il tycoon.

A quanto pare, la ricerca legale non ha ancora portato una risposta chiara, dato che Trump è anche alla ricerca di più spazio all'interno degli Stati Uniti per ospitare i migliori criminali americani.

Le politiche di Trump per i detenuti, il tycoon propone la riapertura di Alcatraz

"Sto parlando di persone violente. Sto parlando di persone davvero cattive. Persone davvero cattive", ha detto Trump, seduto accanto al presidente salvadoregno Nayib Bukele nello Studio Ovale qualche settimana fa.

Il governo di Bukele gestisce il Centro di confinamento per il terrorismo, la megaprigione spesso indicata con l'acronimo spagnolo Cecot, che ha la reputazione di essere il carcere più brutale dell'emisfero occidentale.

Trump ha ripetutamente espresso ammirazione e rispetto per l'istituto di massima sicurezza in cui la sua amministrazione ha finora deportato centinaia di migranti senza documenti. Ma il Cecot risulterebbe ora troppo piccolo per il visionario Trump, che vuole maggiore spazio per i detenuti.

Ecco perché, due settimane fa, Trump ha raddoppiato la sua sorprendente proposta di riaprire ed espandere Alcatraz, la famigerata isola-prigione nella baia di San Francisco. Gli esperti dubitano della fattibilità e dei finanziamenti necessari per espandere Alcatraz, una serie di edifici che stanno letteralmente cadendo a pezzi.

Le prigioni in Europa che potrebbero fare gola a Trump

Se Trump sta cercando un'isola-prigione, l'Ue ha molto da offrire, incluse proprietà storiche che possono reggere il confronto con Alcatraz e che attraggono il senso di storia e cultura di Trump.

Eccone tre, per cominciare, da scambiare con Trump. Cominciamo con l'isola-prigione più famosa: lo Château d'If, al largo della costa mediterranea vicino a Marsiglia.

Anche se il suo prigioniero più noto, il Conte di Montecristo, era un personaggio immaginario del romanzo bestseller di Alexandre Dumas, lo Château d'If ha ospitato molti prigionieri reali, per lo più religiosi, dalla metà del 1600 alla fine del XIX secolo.

Una veduta dello Chateau d'If sull'isola Ile d'If, vicino a Marsiglia
Una veduta dello Chateau d'If sull'isola Ile d'If, vicino a Marsiglia AP Photo

È anche piuttosto sicuro: sebbene nel libro uno dei personaggi principali riesca a fuggire dall'isolotto, si ritiene che nessuno ci sia realmente riuscito.

L'attrattiva per Trump:** il presidente degli Stati Uniti potrebbe trattare direttamente con il suo amico Emmanuel Macron, evitando i burocrati di Bruxelles e gli antipatici tedeschi.

La prossima prigione è l'Isola del Diavolo, anch'essa in territorio francese, ma situata al largo della costa della Guyana francese, il più grande dei dipartimenti d'oltremare del Paese, situato al largo della costa nord-orientale del Sud America.

L'Isola del Diavolo
L'Isola del Diavolo AP Photo

La colonia penale, attiva dal 1852 al 1952, era nota per il duro trattamento dei detenuti e per il clima tropicale e le malattie che contribuivano a un tasso di mortalità del 75 per cento nei momenti peggiori.

I detenuti, banditi dal loro paese, salpano dalla Francia verso l'Isola del Diavolo nel 1935
I detenuti, banditi dal loro paese, salpano dalla Francia verso l'Isola del Diavolo nel 1935 AP Photo

L'Isola del Diavolo è stata immortalata dallo scrittore Henri Charriere, un ex detenuto, che ha scritto il bestseller del 1969 "Papillon" sulla sua riuscita fuga.

Infine c'è Goli Otok, un'isola disabitata al largo della costa adriatica della Croazia, utilizzata come prigione top secret e campo di lavoro quando il Paese faceva parte della Jugoslavia.

Tra il 1949 e il 1989 è stata gestita come istituto di massima sicurezza e vi sono stati rinchiusi comunisti e stalinisti anti-Tito. In precedenza, durante la Prima guerra mondiale, l'impero austro-ungarico aveva inviato a Goli Otok prigionieri di guerra russi.

Il nome in croato significa "isola brulla", perché la superficie è quasi completamente priva di vegetazione.

Edifici carcerari coperti da graffiti con la scritta “Lunga vita al compagno Tito” visibili in questa foto d'archivio non datata della prigione di Goli Otok
Edifici carcerari coperti da graffiti con la scritta “Lunga vita al compagno Tito” visibili in questa foto d'archivio non datata della prigione di Goli Otok DAMIR CARGONJA/AP

La prigione divenne famosa dopo la morte di Tito, nel 1980, quando lo scrittore serbo Antonije Isakovic pubblicò il suo romanzo Tren (Momento) sulle condizioni di detenzione in quel luogo. Il libro fu subito un bestseller.

La prigione è abbandonata dal 1989 e offre forti richiami ad Alcatraz, che potrebbero essere apprezzati dal presidente degli Stati Uniti.

Riabilitazione nelle carceri per evitare sovraffollamento: il modello dei Paesi Bassi

Se il potenziale scambio di prigioni in cambio di tariffe doganali dovesse fallire, l'Europa potrebbe indicare a Trump il sistema di giustizia penale dei Paesi Bassi, dove tra il 2005 e il 2016 la popolazione carceraria si è ridotta da 94 detenuti ogni 100mila cittadini a 51, grazie soprattutto agli sforzi per la riabilitazione dei detenuti.

I risultati: alcune carceri vuote sono state riconvertite in alberghi o centri culturali. Questo potrebbe far gola al magnate dell'immobiliare Trump.

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