Secondo il piano della Commissione, tutti i pagamenti potrebbero essere sospesi nell'ambito del nuovo bilancio se si riscontrasse un arretramento dello Stato di diritto. Ma per far passare il piano sarà necessaria anche l'approvazione dell'Ungheria
La Commissione europea ha intensificato lo stallo sullo Stato di diritto con l'Ungheria legando i futuri finanziamenti dell'Ue all'adesione ai valori democratici nell'ambito della proposta di quadro finanziario pluriennale (Qfp), la proposta di bilancio settennale annunciata questa settimana.
Secondo il nuovo quadro, per accedere ai finanziamenti e ottenere l'approvazione dei progetti, gli Stati membri devono sostenere i valori fondamentali dell'Ue, tra cui i principi sanciti dalla Carta dei diritti fondamentali e dall'articolo 2 del Trattato Ue. La presidente della Commissione Ursula von der Leyen ha annunciato mercoledì l'introduzione di una forma di "condizionalità intelligente".
"Nei Piani nazionali di partenariato regionale, stiamo facendo dello Stato di diritto e dei diritti fondamentali una condizione per gli investimenti e un punto focale per le riforme", ha dichiarato von der Leyen e ha aggiunto: "Il denaro dell'Ue sarà speso in modo responsabile, con forti garanzie, chiare condizioni e incentivi appropriati, perché questo è nell'interesse dei nostri cittadini".
Il flusso di finanziamenti più consistente nell'ambito del nuovo bilancio, i Piani di Partenariato Regionale (Pnr), comprenderà stanziamenti per l'agricoltura e le politiche di coesione. L'ammissibilità ai finanziamenti sarà determinata in parte dalle relazioni annuali della Commissione europea sullo Stato di diritto.
Cosa rischia l'Ungheria con il nuovo bilancio
Se adottata, la misura potrebbe portare alla sospensione totale dei fondi Ue all'Ungheria. Il Paese sta già affrontando il congelamento di 18 miliardi di euro di fondi Ue a causa delle preoccupazioni per la corruzione sistemica e l'arretramento democratico. In base all'attuale quadro di bilancio, l'Ungheria ha accesso solo a 10 miliardi di euro di questi fondi.
L'eurodeputato tedesco dei Verdi Daniel Freund, un critico dichiarato del primo ministro ungherese Viktor Orbán, ha accolto con cautela la proposta.
"È un piccolo passo nella giusta direzione", ha dichiarato Freund. "Le cose potrebbero migliorare se questo piano andasse in porto, ma non dimentichiamo che deve essere ratificato sia dal Parlamento europeo che all'unanimità dagli Stati membri, compresa l'Ungheria. C'è ancora una lunga battaglia da affrontare".
Freund ha anche espresso preoccupazione per alcune parti della proposta, in particolare per il passaggio a un modello di finanziamento basato sui risultati, simile a quello utilizzato durante il Recovery fund Covid-19. "In quel caso, la supervisione e la responsabilità erano molto più deboli", ha avvertito.
Le critiche dall'Ungheria al nuovo bilancio
L'Ungheria rimane l'unico Paese dell'Ue attualmente soggetto al Meccanismo di condizionalità dello Stato di diritto, uno strumento che consente la sospensione dei fondi in caso di violazioni sistemiche dei valori dell'Ue. Budapest si è fortemente opposta all'adozione del meccanismo nel 2020.
L'eurodeputato ungherese filogovernativo Csaba Dömötör ha criticato l'approccio della Commissione, definendolo politicamente motivato.
"Trattenere il denaro serve solo ai governi liberali e di sinistra", ha dichiarato Dömötör a Euronews e ha aggiunto: "Se possono causare danni economici, le forze di sinistra ne traggono vantaggio durante le elezioni. Si tratta di un ricatto politico".
Anche il primo ministro Orbán ha criticato il bilancio proposto, definendolo "a favore dell'Ucraina" e accusando la Commissione di dare priorità all'Ucraina rispetto ai cittadini europei. Il premier ungherese ha esortato la Commissione a ritirare il piano, sostenendo che è troppo debole per essere seriamente negoziato.