I socialisti appoggiano la presidente della Commissione, ma solo in cambio di garanzie di bilancio, compreso il Fondo sociale europeo, anche se rimangono divisioni e tensioni politiche
Ursula von der Leyen sembra essersi assicurata un maggior numero di voti a protezione della mozione di censura di giovedì, in quanto i socialisti si sono impegnati a sostenere la presidente della Commissione in cambio di garanzie sul bilancio dell'Ue, compreso il Fondo sociale europeo.
La mozione di sfiducia guidata dall'estrema destra sarà sottoposta a votazione per appello nominale giovedì a mezzogiorno, e il futuro di von der Leyen e dell'intera Commissione sarà messo alla prova dal voto di fiducia.
La mozione, promossa dai Patrioti per l'Europa, dall'Europa delle Nazioni Sovrane e da una frazione dei Conservatori e Riformisti europei, ha raccolto un sostegno significativo, ma avrebbe bisogno di una maggioranza di due terzi perché il voto di sfiducia abbia successo.
Con il Partito Popolare Europeo (Ppe) fermamente contrario e molti gruppi di centro-sinistra e liberali che rifiutano la mozione per principio, l'opposizione probabilmente non riuscirà a raggiungere l'obiettivo.
I Socialisti e Democratici (S&D), il secondo gruppo più numeroso del Parlamento europeo, si sono dichiarati fermamente contrari alla mozione mercoledì, dopo aver ricevuto rassicurazioni da von der Leyen sul fatto che il Fondo sociale europeo (Fse) rimarrà una pietra miliare del prossimo bilancio dell'Ue.
Per l'S&D, questa era una richiesta non negoziabile e una delle ragioni principali alla base della decisione di schierarsi con la Commissione, nonostante qualche dissenso interno. Alcuni eurodeputati del gruppo potrebbero ancora astenersi, ma nel complesso il voto propenderà per la sopravvivenza della Commissione.
Tensioni e dubbi sul rispetto delle linee del gruppo
Anche il gruppo Renew Europe si è opposto alla mozione di censura, con i membri che sostengono che le tattiche dell'estrema destra non devono avere successo.
Tuttavia, le tensioni interne rimangono. Alcuni eurodeputati, in particolare quelli del Fianna Fáil in Irlanda, sono stati riluttanti a sostenere pienamente von der Leyen, e alcuni hanno scelto di astenersi, tra cui l'eurodeputato Barry Andrews.
Il gruppo dei Verdi/Efa, pur essendo per lo più allineato nel respingere la mozione, ha visto anche alcune spaccature all'interno dei suoi ranghi. Gli eurodeputati verdi italiani e spagnoli hanno intenzione di astenersi non partecipando al voto, dichiarando la loro opposizione alle politiche di von der Leyen ma non volendo appoggiare una mozione di estrema destra volta alla sua rimozione.
Il gruppo di sinistra, che ha criticato apertamente la Commissione, rimane diviso. Mentre la maggior parte si asterrà per protestare contro la leadership di von der Leyen, si prevede che partiti come il Sinn Féin e il Movimento Cinque Stelle italiano voteranno a favore della mozione, segnalando la loro insoddisfazione per l'attuale direzione dell'Ue.
I sostenitori della mozione di censura lotteranno oggi per trovare i voti necessari a farla passare, ma è probabile che il sostegno a von der Leyen scenda al di sotto dei 370 che avevano originariamente approvato la sua Commissione nel 2024.
Come riportato, la mozione stessa è vista come un indebolimento della sua posizione e il voto di oggi segna un altro capitolo delle crescenti fratture politiche all'interno del parlamento europeo, segnalando una strada difficile per la leadership della Commissione.
Shona Murray ha contribuito con un reportage da Bruxelles.