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Ucraini in Italia: quanto prendono e a cosa hanno diritto i rifugiati

Profughi ucraini si apprestano a salire su bus in partenza per l'italia a Przemysl in Polonia (23 marzo 2022)
Profughi ucraini si apprestano a salire su bus in partenza per l'italia a Przemysl in Polonia (23 marzo 2022) Diritti d'autore  AP Photo/Sergei Grits
Diritti d'autore AP Photo/Sergei Grits
Di Gabriele Barbati
Pubblicato il
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Passati oltre tre anni dall'invasione russa, quanti sono gli ucraini arrivati in Italia? E a quale assistenza hanno diritto? L'Ue ha esteso i benefici della protezione temporanea ma l'Italia come altri Paesi ha cercato di contenere i costi dell'assistenza

L'Italia ha esteso il diritto alla protezione temporanea per i rifugiati ucraini fino al 4 marzo 2027, come richiesto dal meccanismo attivato e prorogato più volte dall'Unione europea, ma da diversi mesi non paga più sussidi in contanti.

La questione è sotto i riflettori in vari Paesi europei a causa della spesa che comporta l'assistenza ai richiedenti asilo e della frustrazione suscitata in parte dell'opinione pubblica dagli aiuti militari all'Ucraina e dagli investimenti in difesa richiesti da Ue e Nato nel timore di un allargamento della guerra.

In Europa si contano oltre 4 milioni di rifugiati ucraini secondo Eurostat: in l'Italia ne risiedono 178.560, stando ai dati dell'Alto commissariato per i rifugiati (Unhcr) aggiornati allo scorso agosto.

Quali sono i benefici a cui hanno diritto gli ucraini che arrivano nel nostro Paese?

Nessun aiuto economico per gli ucraini in Italia

Chi ha ricevuto un permesso di soggiorno per protezione temporanea dopo il 1° febbraio 2025 non potrà ricevere il contributo finanziario, previsto finora per i profughi ucraini arrivati in Italia.

L'articolo 20 del Decreto legge 202 approvato lo scorso dicembre, infatti, ha previsto la cessazione del cosiddetto "contributo di autonoma sistemazione", vale a dire 300 euro per adulto e 150 per minore per un totale di tre mesi, versato a quanti trovavano da soli un alloggio presso cui risiedere senza ricorrere alla strutture finanziate dallo Stato.

Il contributo, che era stato introdotto con il decreto-legge n. 21/2022 (art. 31), è stato terminato in considerazione del prolungamento della crisi ucraina a fronte del rafforzamento di altre forme di assistenza ai beneficiari di asilo.

Essendo stati esentati dall'obbligo di visto, i cittadini ucraini possono comunque circolare liberamente nell'Ue per 90 giorni e scegliere eventualmente il Paese membro in cui vogliono richiedere la protezione temporanea e lo status di rifugiato.

Dopo l'invasione dell'Ucraina da parte della Russia, l'Ue ha stanziato al fine dell'assistenza ai profughi di guerra circa 17 miliardi di euro, che gli Stati membri possono riassegnare tuttavia per la coesione e per la ripresa post-pandemia.

L'Italia garantisce accoglienza, sanità e diritto allo studio

A chi arriva nel nostro Paese viene comunque assicurata la possibilità di assistenza sociale tra cui l'alloggio gratuito in un centro di accoglienza, per cui ci si deve rivolgere a Prefettura e Comune di riferimento.

La concessione della protezione temporanea consente inoltre di ottenere un codice fiscale che dà diritto alla prestazioni sanitarie pubbliche. La sola richiesta di asilo permette l'accesso all'assistenza e, dopo 60 giorni, vale come documentazione per un contratto di lavoro (naturalmente fino alla decisione in merito alla domanda presentata).

Oltre ai diritti, che si possono controllare in queste istruzioni fornite dalla Protezione civile, vi sono dei doveri. Uno è il rispetto della legge italiana, l'altro è quello di frequentare la scuola per i minori tra i 6 e i 16 anni.

Un sondaggio dell'Osservatorio Balcani e Caucasolo scorso giugno ha rilevato come il 71,2 per cento dei rifugiati ucraini in Italia abbia sofferto per le difficoltà burocratiche e linguistiche incontrate, mentre il 53,4 ha avuto difficoltà a trovare un impiego stabile.

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