Gli eurodeputati centristi e di sinistra hanno chiesto all'Ue di intervenire contro l'Ungheria per il divieto del Pride mentre l'estrema destra ha difeso la mossa del governo di Viktor Orbán. Circa 70 eurodeputati si recheranno a Budapest il prossimo fine settimana per sostenere i diritti Lgbtq+
Mercoledì il Parlamento europeo è stato teatro di un acceso dibattito dopo il recente divieto imposto dal governo ungherese di Viktor Orbán alla manifestazione del Budapest Pride, prevista per il 28 giugno.
Numerosi eurodeputati hanno denunciato il provvedimento come una violazione della libertà di espressione e hanno chiesto alla Commissione europea di intervenire con decisione. Iratxe García, capogruppo dei Socialisti e Democratici, ha definito l’iniziativa “una vergogna europea”.
"L’ultima linea rossa superata dal governo Orbán non è solo un fatto isolato o una stranezza nazionale: è una vergogna per tutta l’Europa", ha dichiarato García. "Il divieto della marcia del Pride è un vile attacco contro una parte del suo popolo e l’ennesima espressione di un regime che usa il potere come strumento di paura, censura e odio".
Anche esponenti dei gruppi liberali e di sinistra hanno invocato sanzioni contro l’Ungheria, inclusa la sospensione del diritto di voto nel Consiglio Ue, attraverso il meccanismo dell’Articolo 7.
La legge ungherese che vieta le manifestazioni in contrasto con la legge sulla “protezione dell’infanzia”
Il divieto si basa su una legge approvata a marzo dal Parlamento ungherese, che vieta manifestazioni ritenute in contrasto con la legge sulla “protezione dell’infanzia”. Quest’ultima proibisce qualsiasi rappresentazione di relazioni omosessuali accessibile ai minori. La Commissione europea ha già deferito il caso alla Corte di giustizia Ue, ritenendolo contrario al diritto comunitario.
Nel dibattito a Strasburgo, i deputati conservatori e di estrema destra hanno difeso la posizione del governo ungherese. L’eurodeputata Kinga Gál, del partito Fidesz, ha sostenuto che Bruxelles dovrebbe rispettare la legislazione nazionale.
"In Ungheria tutti sono liberi di vivere e riunirsi. Ma per noi la priorità è tutelare lo sviluppo fisico e mentale dei bambini", ha affermato Gál.
Nonostante il divieto, circa 70 eurodeputati parteciperanno comunque al Pride nella capitale ungherese. La Commissione europea, invece, ha deciso di non inviare rappresentanti.
Nel frattempo, la città di Budapest - guidata dall’opposizione - tenta di aggirare il divieto: il sindaco Gergely Karácsony ha annunciato che sarà il Comune a organizzare la manifestazione, sostenendo che in tal caso non è necessaria l’autorizzazione della polizia. Le forze dell’ordine contestano però questa interpretazione.
"È in corso una battaglia legale per stabilire se il Pride possa svolgersi legalmente o meno", ha spiegato l’eurodeputato verde tedesco Daniel Freund. "L’ultimo sviluppo è che il sindaco di Budapest ha dichiarato di organizzarlo in prima persona".
Infine, il Commissario europeo alla Giustizia Michael McGrath ha assicurato che Bruxelles è pronta a utilizzare tutti gli strumenti a sua disposizione per difendere i valori fondamentali dell’Unione.