Dolore e costernazione a Graz per la morte di 10 persone nella sparatoria mortale in una scuola. Prima della strage, il killer avrebbe scritto una lettera d'addio e inviato un video alla madre
In Austria diverse centinaia di persone hanno partecipato alla messa per le vittime della sparatoria avvenuta martedì, 10 giugno, in una scuola della seconda città del Paese, Graz.
L'epilogo è noto: un ex studente di 21 anni ha aperto il fuoco nella scuola superiore Borg Dreierschützengasse, uccidendo 10 persone – tra studenti e personale – prima di suicidarsi nel bagno della scuola. Un gesto che sconvolge l'Austria dove la violenza armata è rarissima e le sparatorie negli istituti scolastici inesistenti fino a oggi.
Le autorità hanno recuperato in totale una pistola Glock e un fucile a canne mozze, entrambi legalmente posseduti dal ragazzo, che non aveva precedenti penali. Un documento rinvenuto a casa sua – un “lettera d’addio” in versione digitale e analogica – lamentava episodi di bullismo e si rivolgeva ai genitori, pur senza spiegare le ragioni dell’atto.
La lettera d'addio e il video alla madre
“Heute.at” ha riportato che l'omicida non solo ha scritto una lettera di addio, ma ha anche girato un video. In esso, a quanto pare, ha annunciato il suo reato. L'ha inviato alla madre. 24 minuti dopo averlo ricevuto, la donna avrebbe visto il messaggio e avrebbe immediatamente allertato la polizia. A questo punto, il 21enne aveva però già sparato alla scuola.
Le forze speciali della polizia sono intervenute tempestivamente, impiegando circa 300 agenti, oltre a medicali e vigili del fuoco. L’edificio è stato evacuato in 17 minuti e messo in sicurezza. In aggiunta ai morti, circa 11 persone sono rimaste ferite, alcune in condizioni gravi.
Il cancelliere austriaco Christian Stocker, il vice cancelliere Andreas Babler e il ministro degli Esteri Beate Meinl-Reisinger hanno partecipato alla messa nella cattedrale di Graz.
Reazioni ufficiali: lutto, solidarietà, polemiche
Il cancelliere Christian Stocker ha definito l’evento “un giorno nero nella storia del nostro Paese”. In risposta, il governo ha dichiarato tre giorni di lutto nazionale, bandiere a mezz’asta e una silenzio nazionale previsto per mercoledì mattina alle 10.
Il ministro dell’Interno Gerhard Karner ha confermato che l’aggressore era “un ex studente che non aveva terminato gli studi” e ha evidenziato l’invio delle unità Cobra nella fase di risposta.
La città si mobilita: messa, veglia, testimonianze
Nel pomeriggio, diverse centinaia di persone, tra cui il cancelliere Stocker, il vice-cancelliere Babler, il ministro degli Esteri Meinl‑Reisinger e il sindaco di Graz Elke Kahr, si sono raccolti nella cattedrale cittadina per una messa commossa. In serata, una veglia a lume di candela nella piazza principale d’ha visto la partecipazione di decine di residenti, uniti nel ricordo delle vittime.
Secondo gli esperti, si tratta della sparatoria scolastica più grave della storia moderna dell’Austria, un dramma che rompe la percezione del Paese come luogo immune a tali tragedie. Il gesto ha riaperto il dibattito sui controlli alle armi – l’Austria registra circa 30 armi ogni 100 abitanti, tra le più alte d’Europa – e sulla prevenzione del bullismo.
Le autorità hanno avviato un’indagine approfondita sul movente e sulla dinamica dell’attacco. Nel frattempo, la comunità di Graz è in lutto, provata da un trauma destinato a segnare a lungo la memoria collettiva.