Mette Frederiksen ha annunciato l'abbandono della linea del rigore perseguita con altri Paesi Ue, durante un incontro con Roberta Metsola a Copenaghen. Per la prima ministra danese, il riarmo è ora la massima priorità e chiede alla presidente del Parlamento Ue un bilancio incentrato sulla difesa
Durante una conferenza martedì a Copenaghen con la presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola, la prima ministra danese Mette Frederiksen ha annunciato l’uscita del Paese dal gruppo informale dei “Quattro Frugali” — Danimarca, Paesi Bassi, Austria e Svezia — che nel 2020 avevano guidato la linea dell’austerità durante i negoziati sul bilancio dell’Unione europea.
"Fare parte dei Frugali non è più il posto giusto per noi", ha detto Frederiksen. Al centro del cambiamento c’è una nuova urgenza politica e strategica: il riarmo del continente.
"Per me la cosa più importante è riarmare l’Europa. Questo è il mio punto di partenza, e questa è la mia conclusione in tutte le discussioni", ha insistito la premier, sottolineando come la sicurezza collettiva debba venire prima di ogni altra priorità finanziaria.
La nuova visione danese sul riarmo e rigore
La decisione danese non è solo simbolica. È il segnale di una trasformazione profonda nel modo in cui i Paesi membri stanno ridefinendo il concetto di spesa pubblica a livello europeo.
Frederiksen ha riconosciuto che i tempi sono cambiati: l’invasione russa dell’Ucraina ha imposto una nuova gerarchia di valori, e ora il contenimento militare del Cremlino deve essere il punto cardine della strategia dell’Ue.
"Abbiamo bisogno di un nuovo bilancio", ha affermato la premier, facendo riferimento al prossimo quadro finanziario pluriennale dell’Unione, previsto per il periodo 2028–2034. Il documento preliminare sarà presentato dalla Commissione europea prima dell’estate, e la Danimarca vuole arrivarci con una posizione nuova, più pragmatica e meno legata ai vecchi dogmi del rigore.
L’iniziativa Safe e la corsa al riarmo: l’Ue cambia marcia
Nel mese scorso, i Paesi membri dell’Ue hanno approvato il piano Safe, un fondo da 150 miliardi di euro in prestiti agevolati destinati a rafforzare la spesa militare. Safe è parte del progetto Readiness 2030, un’iniziativa più ampia che punta a mobilitare fino a 800 miliardi di euro per garantire che l’Europa sia pronta ad affrontare qualsiasi minaccia, inclusa la possibilità concreta di un’aggressione russa a un Paese Nato.
Frederiksen ha fatto riferimento esplicito a questa data: "Per me, l’ultimo punto sarà il 2030, e il tempo a nostra disposizione sta per scadere a causa del comportamento della Russia". Un messaggio chiaro e diretto, che pone la sicurezza militare al centro della futura agenda europea.
L'effetto domino: anche Finlandia e Svezia si smarcano dall'austerità
La Danimarca non è sola in questo riposizionamento strategico. Anche Finlandia e Svezia — due Paesi storicamente prudenti sul fronte della spesa pubblica — stanno adottando un approccio più aperto, spinti anche dalla recente adesione alla Nato e dalla crescente minaccia russa. Entrambi i Paesi chiedono un bilancio Ue più ambizioso, in grado di sostenere Kiev e rafforzare la difesa continentale.
I Paesi Bassi, invece, mantengono una linea dura e hanno respinto qualsiasi proposta che preveda l’emissione di eurobond o l’introduzione di strumenti permanenti di debito comune. La Germania, pur non essendo formalmente tra i Frugali, si è detta contraria a mutualizzazioni finanziarie di lungo periodo.
Il difficile equilibrio tra difesa e coesione europea
A complicare ulteriormente il quadro c’è il rischio che un bilancio troppo orientato alla difesa penalizzi altri settori vitali dell’Unione. La presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola ha messo in guardia da un eccesso di sbilanciamento: "Non vorremmo che si puntasse tutto su uno o due programmi e si dimenticasse tutto il resto", ha detto, sottolineando la necessità di mantenere un equilibrio tra sicurezza, transizione verde, digitalizzazione e coesione sociale.
Frederiksen ha replicato che la priorità assoluta resta la capacità dell’Europa di difendersi. «Se non siamo in grado di proteggere noi stessi, il resto perde di senso», ha ribadito.
Con l’inizio della presidenza semestrale del Consiglio dell’Ue il prossimo 1° luglio, la Danimarca si prepara a giocare un ruolo centrale nei negoziati sul nuovo bilancio europeo. L’abbandono dell’austerità segna una svolta storica per Copenaghen, che ora punta a guidare l’Europa verso un nuovo paradigma: quello della sicurezza condivisa, della deterrenza militare e di una maggiore integrazione strategica.
La sfida sarà duplice: mantenere un’Unione coesa e solidale, senza perdere di vista la realtà geopolitica che bussa alle porte.