Trump e l'Ue hanno concesso alla Siria ampie esenzioni dalle sanzioni, nel tentativo di agevolare la transizione democratica e la ricostruzione di un Paese sconvolto da 14 anni di guerra civile
Sabato i siriani per le strade di Damasco hanno accolto con favore la mossa dell'amministrazione Trump di alleggerire le sanzioni imposte al Paese devastato dalla guerra.
È notizia di questa settimana la revoca formale delle sanzioni economiche da parte dell'Ue. La decisione fa seguito a quella degli Stati Uniti, come annunciato dal presidente Trump durante il suo tour in Medio Oriente.
"Ieri, quando ho letto la notizia che le sanzioni sono state effettivamente revocate, soprattutto dopo le notizie che abbiamo sentito nelle ultime settimane, ho pianto", ha detto una residente, Zeina Shahla, ai media locali.
"Finalmente stiamo vedendo dei veri passi avanti verso la ripresa del Paese", ha aggiunto.
Ue e Stati Uniti puntano sulla transizione democratica della Siria
L'alleggerimento delle sanzioni segue la caduta del regime di Assad nel dicembre 2024. Martedì l'Ue ha dichiarato di aver adottato un approccio graduale e reversibile per sostenere la transizione e la ripresa economica della Siria, dopo la sospensione di alcune sanzioni economiche a febbraio.
Per gli Stati Uniti, le sanzioni del Congresso, note come Caesar Syria Civilian Protection Act, miravano a isolare i precedenti governanti della Siria, espellendo di fatto dal sistema finanziario globale coloro che facevano affari con loro.
Tuttavia, un'azione del Dipartimento del Tesoro ha ora sospeso l'applicazione delle sanzioni contro chiunque faccia affari con una serie di individui ed entità siriane, compresa la banca centrale della Siria.
Un'ulteriore misura del Dipartimento di Stato ha revocato per sei mesi una serie di sanzioni imposte dal Congresso nel 2019.
Tali sanzioni bloccano specificamente la ricostruzione post-bellica e, sebbene possano essere revocate per 180 giorni con un ordine esecutivo, è probabile che gli investitori diffidino dei progetti di ricostruzione, dato che le sanzioni potrebbero essere ripristinate.
Il presidente Trump ha concesso alla Siria ampie esenzioni, in un primo importante passo verso l'adempimento della sua promessa di eliminare mezzo secolo di sanzioni su un Paese sconvolto da 14 anni di guerra civile.
Il ministero degli Esteri siriano ha dichiarato sabato che il Paese "tende la mano" a chiunque voglia collaborare con Damasco, a condizione che non vi siano interventi negli affari interni del Paese.
Venerdì l'amministrazione Trump ha dichiarato che la revoca era "solo una parte di un più ampio sforzo del governo statunitense per rimuovere l'intera architettura delle sanzioni".
Queste erano state imposte alla famiglia Assad per il sostegno alle milizie sostenute dall'Iran, per l'uso di armi chimiche e per gli abusi e le uccisioni di massa di civili e dissidenti.
I siriani sperano che il Paese torni a prosperare
Nael Kaddah, residente a Damasco, ha affermato che ora che le sanzioni sono state alleggerite, il Paese tornerà a prosperare.
Per Kaddah, i siriani potranno trasferire denaro liberamente, a differenza del passato quando diverse società monopolizzavano il mercato e prendevano grandi commissioni sui trasferimenti.
"Ora ogni cittadino può ricevere un trasferimento da qualsiasi parte del mondo", ha detto.
L'Ue e gli Stati Uniti affermano che la rimozione delle sanzioni mira a dare al governo siriano provvisorio maggiori possibilità di sopravvivenza, una decisione chiave che l'amministrazione di Damasco ha accolto con favore.