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Draghi e Mattarella avvertono l'Ue: "Con i dazi siamo a un punto di rottura"

Mario Draghi all'Eu Summit alla Puskas Arena di Budapest, Ungheria, 8 novembre 2024
Mario Draghi all'Eu Summit alla Puskas Arena di Budapest, Ungheria, 8 novembre 2024 Diritti d'autore  Petr David Josek/Copyright 2024 The AP. All rights reserved
Diritti d'autore Petr David Josek/Copyright 2024 The AP. All rights reserved
Di Euronews
Pubblicato il Ultimo aggiornamento
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L'ex premier e il presidente della Repubblica chiedono un'azione rapida per salvaguardare la competitività europea e affrontare le sfide geopolitiche, con un richiamo alla necessità di superare l'immobilismo

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L'Unione europea dovrà trovare "un accordo" con gli Usa per evitare di vedersi imporre pesanti dazi sulle proprie esportazioni e conservare un "accesso" al mercato statunitense, ma non deve illudersi che con Washington tutto possa tornare come prima e dovrà produrre "da sé" la crescita necessaria.

A sottolinearlo mercoledì l'ex presidente della Bce Mario Draghi, in un discorso a Coimbra, in Portogallo, in occasione del XVIII Cotec Europe, intitolato "A call to action".

Per l'ex premier italiano, "dovremmo chiederci come mai siamo finiti nelle mani dei consumatori statunitensi per guidare la nostra crescita. E dovremmo chiederci come possiamo crescere e generare ricchezza da soli". Realisticamente, aggiunge, "non possiamo diversificare dagli Stati Uniti nel breve periodo.

Possiamo e dovremmo cercare di sbloccare nuove rotte commerciali e far crescere nuovi mercati. Ma qualsiasi speranza che un'apertura al mondo possa sostituire gli Stati Uniti è destinata ad essere delusa. Gli Stati Uniti rappresentano quasi due terzi del deficit commerciale globale di beni. Le altre due maggiori economie, Cina e Giappone, registrano anch'esse persistenti avanzi delle partite correnti. Dovremo quindi raggiungere con gli Stati Uniti un accordo che ci lasci aperto un accesso" al suo mercato.

Nel lungo periodo, tuttavia, ha sottolineato Draghi, "è un azzardo credere che torneremo alla normalità nel nostro commercio con gli Stati Uniti, dopo una rottura unilaterale così importante in questa relazione, o che nuovi mercati cresceranno abbastanza velocemente da colmare il divario lasciato dagli Usa. Se l'Europa vuole davvero essere meno dipendente dalla crescita degli Stati Uniti, dovrà produrla da sé", ha concluso.

Mattarella: "Avanti senza indugio su competitività Ue"

Dopo la relazione di Draghi è Sergio Mattarella a fare un vero e proprio appello "all'azione" per rendere appieno il senso dell'urgenza ad agire che deve animare la politica europea. "Poc'anzi la romanza che abbiamo ascoltato, 'Nessun dorma' potrebbe applicarsi alla nostra Unione", ha detto Mattarella.

"Il nostro Simposio ha quindi il merito di lanciare 'Un appello all'azione' di grande attualità: è infatti urgente, direi prioritario, che l'Europa agisca, perché stare fermi non è più un'opzione, ha aggiunto il presidente della Repubblica. Durante il suo viaggio in Portogallo Mattarella ha ricevuto martedì una laurea Honoris causa all'università di Coimbra.

"I rischi dell'immobilismo sono ben identificati nel Rapporto Draghi come in quello Letta, sul futuro del mercato interno: le ipotetiche conseguenze per l'Europa, ad esempio in termini di arretramento nelle condizioni materiali di benessere diffuso o di un allontanamento irreversibile dalla frontiera tecnologica, ne accrescerebbero anche le vulnerabilità sui piani strategico e geopolitico, riducendone la capacità di contrastare le attuali perturbazioni dell'ordine internazionale. Scongiurare tali rischi è fondamentale", ha dichiarato Mattarella.

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