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Migranti, l'Austria seguirà le indicazioni dei giudici sui ricongiungimenti familiari

Il cancelliere austriaco Christian Stocker parla a Euronews.
Il cancelliere austriaco Christian Stocker parla a Euronews. Diritti d'autore  Euronews
Diritti d'autore Euronews
Di Stefan Grobe
Pubblicato il Ultimo aggiornamento
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Il leader austriaco Stocker ha fatto sapere che ritirerà il piano di divieto di ricongiungimento familiare per i migranti se i tribunali stabiliranno che la misura non sarà giudicata compatibile con il diritto dell'Unione europea

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Il cancelliere austriaco Christian Stocker ha dichiarato a Euronews che il suo Paese non attuerà il suo controverso divieto di ricongiungimento familiare per i migranti fino a quando non sarà autorizzato dai tribunali. Vienna punta a limitare i flussi, parlando di sovraccarico, ma numerose voci hanno obiettato che il piano proposto non sarebbe compatibile con il diritto europeo.

Il capo del governo di Vienna, però, non la pensa così. "Abbiamo pareri legali che dimostrano che possiamo attuarlo in conformità con la legge. So che è una questione controversa. Presumo che anche tutto sarà esaminato dai tribunali. Aspetteremo la decisione dei giudici e ci atterremo ad essa", ha detto Stocker.

Le dichiarazione di Stocker sono state rese a margine del congresso del Partito popolare europeo, a Valencia. La misura prevista implicherebbe che i migranti con il cosiddetto "status di protezione" - ovvero che non possono essere espulsi - non potranno più portare in Austria i membri delle loro famiglie che vivono ancora nei loro Paesi d'origine.

Stocker: "Dovremmo rimpatriare il 100 per cento di coloro che non hanno un permesso di soggiorno"

I dati ufficiali mostrano che l'anno scorso sono arrivate in Austria 7.762 persone nell'ambito delle procedure di ricongiungimento familiare dei migranti. Nel 2023 la cifra è stata di 9.254 persone.

Nella maggior parte dei casi, i nuovi arrivati sono minorenni. Stocker ha sottolineato quelle che ha definito "le dolorose esperienze del 2015 e del 2022" da cui l'Europa deve ancora trarre insegnamento. Per questo motivo, l'immigrazione clandestina in Europa deve essere ridotta "in modo massiccio" e i rimpatri devono essere effettuati in modo coerente, ha spiegato il cancelliere.

"Quello che vogliamo è che se qualcuno non ha un permesso di soggiorno e non è legalmente autorizzato a rimanere in Europa o in Austria, lasci il Paese", ha aggiunto Stocker a Euronews.

"Se solo il 20 per cento di coloro che non hanno il diritto di soggiorno lasciasse l'Unione Europea per tornare nei rispettivi Paesi, non sarebbe sufficiente. Dovremmo puntare al 100 per cento. Non sarà facile raggiungerlo, ma l'obiettivo deve essere il 100 per cento".

In Europa si assiste a un'inversione di tendenza sui migranti

Negli ultimi anni, l'Austria ha dovuto fare fronte a un elevato numero di persone in cerca di protezione, in particolare dalla Siria e dall'Afghanistan, ha dichiarato la cancelleria austriaca in un comunicato. Il governo di Vienna afferma che i sistemi del Paese stanno già lavorando al massimo delle loro capacità, soprattutto nei settori dell'istruzione, della sanità e dell'assistenza sociale.

In tutta l'Unione europea, i governi hanno cercato di ridurre il numero di migranti che si stabiliscono nei loro Paesi. Tale giro di vite rappresenta una brusca inversione di tendenza rispetto alle politiche di un decennio fa, quando Paesi come la Germania e la Svezia accoglievano avevano accolto più di un milione di migranti provenienti da Paesi in guerra.

Molte comunità e città di Paesi come la Germania affermano di non essere più in grado di garantire un riparo o una casa per i migranti. Bruxelles sta cercando allo stesso modo di evitare che un numero maggiore di migranti entri nei territori dei Paesi membri e punta ad accelerare l'espulsione di coloro la cui domanda di asilo viene respinta.

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