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L'Ue aumenta il sostegno finanziario per i siriani: stanziati altri 2,5 miliardi di euro

Il ministro degli Esteri siriano Assad al-Shaybani stringe la mano al presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, 17 marzo 2025
Il ministro degli Esteri siriano Assad al-Shaybani stringe la mano al presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, 17 marzo 2025 Diritti d'autore  Virginia Mayo/Copyright 2025 The AP. All rights reserved.
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Di Mared Gwyn Jones
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L'Unione europea si è impegnata a fornire ulteriori aiuti per quasi 2,5 miliardi di euro, ma investimenti e revoca delle sanzioni dipendono da una transizione "credibile" e "inclusiva"

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La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha dichiarato lunedì che l'Unione europea è impegnata a collaborare con il governo de facto della Siria nel tentativo di ricostruire e rilanciare l'economia del Paese, nonostante la recente esplosione di violenza metta in dubbio la stabilità della transizione post-al-Assad.

Lunedì Von der Leyen ha presentato un piano da quasi 2,5 miliardi di euro di aiuti supplementari per i siriani nei prossimi due anni. I fondi saranno destinati a sostenere i civili nel loro Paese e quelli fuggiti nei Paesi vicini, come Giordania, Libano, Iraq e Turchia.

L'annuncio è stato dato durante una conferenza annuale dei donatori in cui il governo siriano è stato rappresentato per la prima volta dal ministro degli Esteri Asaad al-Shibani.

Si prevede che anche gli Stati membri dell'Ue dichiarino impegni finanziari aggiuntivi. La ministra degli Esteri tedesca Annalena Baerbock ha dichiarato che la Germania metterà a bilancio 300 milioni di euro in aiuti aggiuntivi.

L'Ue è "pronta a fare di più per attrarre gli investimenti necessari per la ricostruzione", a patto che le autorità de facto di Damasco continuino la transizione verso una nuova Siria in cui siano rappresentate tutte le minoranze della società, ha dichiarato la von der Leyen.

Von der Leyen ha definito "storica" la firma di una costituzione transitoria avvenuta giovedì scorso e il recente accordo raggiunto con le Forze Democratiche Siriane (Sdf) guidate dai curdi, che controllano il nordest del Paese ricco di risorse.

"In passato abbiamo sempre lavorato per la Siria e per i siriani. Ma oggi possiamo finalmente lavorare con la Siria".

Siria: le violenze provano la volatilità della situazione nel Paese

Il sostegno dell'Ue alle autorità de facto, guidate dall'ex comandante di al-Qaeda Ahmed al-Sharaa, arriva nonostante l'esplosione di violenze brutali nelle regioni costiere nord-occidentali della Siria pochi giorni fa.

Secondo gli osservatori internazionali, uomini armati legati al governo sunnita a guida islamica di al-Sharaa hanno ucciso in modo extragiudiziale ben 1.300 persone sospettate di collaborazione con le forze del regime di al-Assad.

L'Onu ha dichiarato che "intere famiglie", tra cui donne e bambini civili, sono state uccise in quelle che sembrano essere esecuzioni settarie in aree prevalentemente alawite.

L'Alta rappresentante dell'Unione Kaja Kallas ha dichiarato lunedì che l'esplosione di violenza è "preoccupante" e dimostra che "la speranza in Siria è davvero appesa a un filo".

L'Ue continuerà a revocare le sanzioni alla Siria

L'Ue ha già revocato una serie di sanzioni ad ampio raggio su industrie chiave l'energia, i trasporti e la finanza, nel tentativo di aiutare la ripresa economica e la ricostruzione del Paese devastato dalla guerra.

Lunedì Kallas ha suggerito che il blocco continuerà a seguire la sua tabella di marcia per allentare la pressione su Damasco, nonostante i recenti massacri dimostrino tutta la volatilità della situazione nel Paese.

"Questa è la nostra posizione al momento: stiamo aiutando la Siria a progredire", ha dichiarato. "Naturalmente vogliamo vedere che l'attuale leadership (...) condanni i responsabili delle violenze, e vogliamo anche vedere inclusività della costruzione del governo".

Un alto funzionario dell'Ue ha anche suggerito che la Banca europea per gli investimenti (Bei) potrebbe avere un ruolo nel finanziamento della ricostruzione del Paese. Le Nazioni Unite affermano che la distruzione diffusa dopo 14 anni di guerra civile sta ostacolando la ripresa del Paese.

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