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Trump e la minaccia dei dazi sui prodotti Italiani

US EU tariffs
US EU tariffs Diritti d'autore  AP2009
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Di Giorgia Orlandi
Pubblicato il Ultimo aggiornamento
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Gli Stati Uniti sono la prima destinazione extra Ue dell'export italiano che è il più esposto rispetto alla media del continente. La nuova amministrazione americana punta sulla strategia della "reciprocità" nelle tariffe da imporre sulle importazioni europee a partire dal 2 aprile prossimo

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Se ne parla ormai da tempo, ma sembra che adesso nonostante l'amicizia tra Washington e Roma più volte citata, la minaccia delle nuove tariffe volute da Trump, inizia a farsi sentire sempre di più anche in Italia.

Parlando alla stampa il segretario al Commercio americano Lutnick avrebbe chiarito che per Roma non sono previsti "trattamenti di favore", confermando che le nuove tariffe sulle importazioni dall'Unione europea saranno operative dal prossimo 2 aprile.

Sul tema avevamo già sentito Marco Simoni, direttore del Polo di Politica Industriale dell'Università Luiss di Roma ed ex consigliere economico della presidenza del Consiglio.

Interpellato da Euronews, Simoni aveva dichiarato che “l'impatto sul Made in Italy sarebbe pesante". "Ogni anno" ha spiegato l'esperto, esportiamo negli Stati Uniti beni per circa 70 miliardi di euro".

Quali i settori italiani più esposti

A conferma del valore totale delle esportazioni verso gli Stati Uniti, secondo Confindustria le vendite dei prodotti e dei servizi italiani nel 2024 sono state pari a circa 65 miliardi, diventando il paese più esposto rispetto alla media Ue: 22,2% contro il 19,7% nel resto dell'Unione.

Oltre all'agroindustria, tra i settori più colpiti ci sarebbero quello della farmaceutica e dell'automobile. Nel primo caso su 6 miliardi di euro di export, almeno 2 derivano dalla vendita di vini e liquori, per la quale gli Stati Uniti sono il primo mercato.

Autoveicoli e farmaceutica valgono circa il 30% dell'export totale ma sarebbero i primi ad essere colpiti se, come annunciato, gli Stati Uniti andassero avanti con dazi pari a circa il 25% sui prodotti Ue a partire da Aprile.

La strategia della "reciprocità"

Come anticipato dal presidente americano, l'Europa quindi sarebbe nel mirino, colpevole secondo Trump di "aver fregato" gli Stati Uniti, beneficiando di più nei rapporti commerciali tra Washington e il vecchio continente.

Considerazioni che però qualcuno ha classificato come un caso di vera e propria propaganda, confutate dai dati ufficiali che parlano di un deficit commerciale non così favorevole per l'Ue.

Il segretario al Commercio degli Stati Uniti ha parlato di "rispetto della reciprocità delle tariffe commerciali". In altre parole, una sorta di legge del taglione degli scambi. "Se non vuoi pagare di più, devi ridurre quello che imponi a noi".

Non si conoscono ancora i dettagli del piano, ma sembra che la nuova strategia commerciale oltre alla reciprocità voglia puntare anche ad attrarre investimenti nel Paese. L'idea è quella di far evitare i dazi, spostando gli stabilimenti direttamente negli Stati Uniti.

La posizione dell'Italia

Come già spiegato da Simoni a Euronews “L'Italia è uno Stato membro dell'Ue e i negoziati si svolgono tra gli Stati Uniti e l'Unione Europea, non con i singoli Stati membri’".

Questo piega il motivo per cui a Roma non possono essere offerte condizioni di favore visti i buoni rapporti con Washington. Secondo l'ex consigliere economico, Trump potrebbe anche voler instaurare con l'Europa una trattativa volta ad ottenere qualcosa in cambio pur di non imporre tariffe all'Ue. In linea con quanto già spiegato da Lutnick.

Intanto, sembra che l'Italia non voglia restare a guardare. l'idea è quella di aprire nuovi mercati, come dimostrato dal dialogo avviato dal ministro degli Esteri Tajani con gli ambasciatori di aree in forte crescita economica dal Medio Oriente al Mediterraneo africano.

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