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Paesi islamici contro Trump e a favore del piano arabo per Gaza, sì dei Paesi Ue

Organizzazione Islamica della cooperazione riunita in Arabia Saudita
Organizzazione Islamica della cooperazione riunita in Arabia Saudita Diritti d'autore  Oic
Diritti d'autore Oic
Di Fortunato Pinto Agenzie: AP
Pubblicato il Ultimo aggiornamento
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Riunitisi a Gedda, i ministri degli Esteri dei Paesi a maggioranza musulmana hanno dato il loro appoggio al piano presentato dall'Egitto per la rinascita di Gaza. Sostegno anche da Roma, Parigi, Berlino e Londra

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Mentre Hamas riferisce di “segnali positivi” nei colloqui con i mediatori egiziani e qatarioti al Cairo per l'avvio dei negoziati sulla seconda fase dell'accordo per il cessate il fuoco a Gaza, i ministri degli Esteri dei Paesi islamici hanno respinto sabato gli appelli del presidente statunitense Donald Trump a svuotare la Striscia di Gaza dalla popolazione palestinese e hanno appoggiato un piano per un comitato amministrativo di palestinesi che governi il territorio per consentire la ricostruzione.

Durante una sessione speciale dell'Organizzazione della Cooperazione Islamica a Gedda in Arabia Saudita, i ministri degli Esteri si sono riuniti per una sessione speciale per affrontare la situazione a Gaza.

Paesi musulmani appoggiano il piano dell'Egitto

L'assemblea ha appoggiato il piano di ricostruzione di Gaza da 53 miliardi di dollari presentato dall'Egitto e sostenuto dagli Stati arabi, tra cui Arabia Saudita e Giordania, con l'obiettivo di contrastare l'appello di Trump. L'Oic conta 57 Paesi con popolazioni in gran parte musulmane.

Senza menzionare specificamente Trump, la dichiarazione dei ministri ha detto di respingere "i piani volti a sfollare il popolo palestinese individualmente o collettivamente... come pulizia etnica, una grave violazione del diritto internazionale e un crimine contro l'umanità".

I ministri hanno anche condannato le “politiche di fame” che, secondo loro, mirano a spingere i palestinesi ad andarsene, un probabile riferimento al taglio di tutti i rifornimenti a Gaza da parte di Israele nell'ultima settimana, mentre fa pressione su Hamas per estendere la prima fase del cessate il fuoco.

L'Oic ha anche reintegrato la Siria come membro. La Siria era stata rimossa dall'Oic nel 2012 a causa della brutale repressione delle proteste dell'opposizione da parte dell'allora presidente Bashar Assad. Dopo 14 anni di guerra civile, Assad è stato spodestato a dicembre da insorti a guida islamica che hanno creato un governo di transizione.

I Paesi europei a favore del piano per Gaza

In una dichiarazione congiunta, diffusa dal ministero degli Esteri italiano, i ministri di Italia, Francia, Germania e Regno Unito hanno accolto con favore l'iniziativa araba di un piano di ripresa e ricostruzione per Gaza.

"Il piano indica un percorso realistico per la ricostruzione di Gaza e promette, se attuato,un miglioramento rapido e sostenibile delle catastrofiche condizioni di vita dei palestinesi che vivono a Gaza. Gli sforzi di ripresa e ricostruzione devono basarsi su un solido quadro politico e di sicurezza accettabile sia per gli israeliani che per i palestinesi, che garantisca pace e sicurezza a lungo termine. Ribadiamo con chiarezza che Hamas non deve più governare Gaza né essere una minaccia per Israele" , si legge nella nota.

"Sosteniamo esplicitamente il ruolo centrale dell’Autorità Palestinese e l’attuazione del suo programma di riforme", aggiungono i ministri che poi lodano i "seri sforzi di tutte le parti coinvolte", mostrando poi apprezzamento per "l’importante segnale che gli Stati arabi hanno inviato sviluppando congiuntamente questo piano di ripresa e ricostruzione":

I ministri si impegnano poi a lavorare a sostegno dell’iniziativa araba, dei palestinesi e di Israele per affrontare insieme tali questioni, incluse la sicurezza e la governance. "Esortiamo tutte le parti a lavorare sui punti di merito del piano come punto di partenza", conclude la nota.

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