Gli studenti in marcia chiedono giustizia per le 15 vittime del crollo alla stazione di Novi Sad. A Belgrado auto sulla folla: due feriti lievi
Le proteste in Serbia stanno scatenando periodici episodi di intolleranza. A Belgrado un autista ha investito con la macchina un corteo di protesta, ferendo in maniera lieve due persone. Si tratta del terzo incidente nelle ultime settimane.
L'incidente è avvenuto in centro durante i 15 minuti di silenzio, osservati quotidianamente in tutta la Serbia a mezzogiorno, da quando è crollata la pensilina della stazione ferroviaria nella città settentrionale di Novi Sad il 1 nov.
Altre due persone erano rimaste gravemente ferite negli episodi precedenti.
Studenti in marcia verso Novi Sad
In Serbia gli studenti continuano la marcia di due giorni dalla capitale serba Belgrado alla città settentrionale di Novi Sad. I manifestanti hanno fatto tappa a Inđija, dove hanno trascorso la notte in uno stadio di calcio.
Il corteo di 80 chilometri è iniziato giovedì, 30 gennaio, ed è diretto nella capitale regionale di Novi Sad dove si prevede arriverà sabato 1 febbraio.
È l'ultima iniziativa della serie di proteste in corso per il crollo della pensilina alla stazione, che ha provocato la morte di 15 persone. I manifestanti chiedono che i responsabili siano chiamati a rispondere delle loro azioni davanti alla giustizia.
"Arriveremo a Novi Sad. La camminata di ieri è stata facile. Ora fa freddo, ma possiamo farcela. Abbiamo tutti lo stesso obiettivo", ha dichiarato Nevena Večerinac, una delle studentesse che partecipano alla marcia.
La crisi politica e le dimissioni di Vučević
Quella che è iniziata come una protesta contro la corruzione e la malagestione negli appalti edilizi si è trasformata nella sfida più seria degli ultimi anni al leader della Serbia, il presidente Aleksandar Vučić.
Vučić e il suo Partito Progressista Serbo (Sns), populista di destra, sono stati accusati di soffocare le libertà democratiche.
Molti in Serbia ritengono che il crollo della tettoia della stazione ferroviaria sia stato causato essenzialmente dalla corruzione sistemica nei grandi progetti infrastrutturali, in particolare quelli che coinvolgono aziende di Paesi terzi.
I critici ritengono che questo abbia portato a un lavoro approssimativo durante la ricostruzione della stazione ferroviaria di Novi Sad da parte della società cinese, a una scarsa supervisione e al mancato rispetto delle norme di sicurezza esistenti.
Martedì scorso, il primo ministro serbo Milos Vučević ha annunciato le sue dimissioni in seguito alle proteste per l'incidente di Novi Sad.