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Serbia, dopo settimane di proteste il presidente Vučić ordina il rilascio dei manifestanti arrestati

Una donna regge un cartello con il presidente serbo Aleksandar Vučić e la scritta "Hai le mani sporche di sangue!".
Una donna regge un cartello con il presidente serbo Aleksandar Vučić e la scritta "Hai le mani sporche di sangue!". Diritti d'autore  Darko Vojinovic/Copyright 2024 The AP. All rights reserved
Diritti d'autore Darko Vojinovic/Copyright 2024 The AP. All rights reserved
Di Rory Sullivan
Pubblicato il
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Mercoledì il presidente serbo ha detto che grazierà chi verrà condannato per le proteste scoppiate nel Paese dopo la strage della stazione di Novi Sad. Soltanto un giorno prima aveva accusato le potenze straniere di finanziare le manifestazioni antigovernative

Il presidente serbo Aleksandar Vučić ha dichiarato che accoglierà le richieste dei manifestanti, appena un giorno dopo aver affermato, senza citare prove, che le loro proteste sono state finanziate dall'Occidente.

Vučić ha dichiarato mercoledì che tutte le persone arrestate durante le manifestazioni delle ultime settimane sono state rilasciate. Il presidente ha inoltre promesso di graziare i manifestanti che dovessero essere condannati in futuri processi.

La rabbia si è diffusa in tutto il Paese balcanico da quando, il 1° novembre, 15 persone sono morte a causa del crollo di una tettoia di cemento nella stazione ferroviaria di Novi Sad, nel nord del Paese.

Politici dell'opposizione e studenti in protesta hanno dato la responsabilità al governo, individuando nella corruzione e nella negligenza le motivazioni del disastro.

Nei prossimi giorni saranno rese pubbliche le informazioni sui lavori di ricostruzione della stazione ferroviaria di Novi Sad.

Vučić accoglie le richieste dei manifestanti dopo le accuse alle "potenze straniere"

Le parole del presidente di mercoledì sono in netto contrasto con i commenti fatti in un video postato su Instagram il giorno precedente. In un messaggio di sfida, Vučić ha accusato le potenze straniere di finanziare le proteste nel tentativo di spodestarlo dal potere.

"Combatterò per la Serbia e servirò solo il mio popolo serbo e tutti gli altri cittadini della Serbia, non servirò mai gli stranieri, coloro che cercano di sconfiggere, umiliare e distruggere la Serbia", ha affermato.

Vučić ha poi citato Bashar al-Assad, il dittatore siriano deposto la scorsa settimana e fuggito con la sua famiglia in Russia.

"Se pensano che io sia Assad e che scapperò da qualche parte, non lo farò", ha detto Vučić, affermando che nei prossimi giorni fornirà i dettagli di "quanto denaro è stato pagato negli ultimi quattro anni per distruggere la Serbia".

Sotto la guida di Vučić, la Serbia ha portato avanti la sua aspirazione di entrare nell'Ue, mantenendo al contempo stretti legami con la Russia e la Cina. Nell'ambito di questo gioco di equilibri, Belgrado ha rifiutato di applicare alle sanzioni occidentali imposte alla Russia per l'invasione dell'Ucraina, facendo valere la propria neutralità.

I politici serbi hanno recentemente iniziato a deliberare su una legge che istituirebbe un registro degli "agenti stranieri", con l'obiettivo di regolamentare le organizzazioni che ricevono metà dei loro fondi dall'estero. L'approvazione di una legge simile in Russia ha portato a un giro di vite sulla società civile e a forti limitazioni della libertà di espressione.

I critici di Vučić, che da giovane si è unito al Partito radicale di estrema destra e ora fa parte del Partito progressista serbo al governo, affermano che il Paese è diventato sempre più autoritario sotto la sua guida. È diventato primo ministro nel 2014 e presidente nel 2017.

Secondo l'Ong Freedom House, con sede negli Stati Uniti, negli ultimi anni i diritti politici e le libertà civili hanno subito una "costante erosione".

Risorse addizionali per questo articolo • AP

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