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Siria, Kaja Kallas: "Si evitino vendette o rappresaglie nella transizione"

Kaja Kallas ha messo in guardia dalla violenza settaria in Siria dopo la caduta di Assad.
Kaja Kallas ha messo in guardia dalla violenza settaria in Siria dopo la caduta di Assad. Diritti d'autore  European Union, 2024.
Diritti d'autore European Union, 2024.
Di Jorge Liboreiro
Pubblicato il Ultimo aggiornamento
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La transizione in Siria dopo la caduta di Bashar al-Assad non deve trasformarsi in un'occasione di vendette tra fazioni opposte. A spiegarlo è stata Kaja Kallas, che ha chiesto siano protette le minoranze nella nazione mediorientale

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La transizione in corso in Siria dopo la caduta di Bashar al-Assad non deve trasformarsi in un'occasione di "vendette" o "rappresaglie" tra fazioni opposte. A chiederlo è la nuova Alta rappresentante dell'Unione europea per la politica estera Kaja Kallas, che ha anche lanciato un appello affinché siano protette le minoranze e la libertà di religione.

"Si tratta di una grande preoccupazione, perché sappiamo che in Siria sono presenti numerosi gruppi diversi", ha dichiarato nella serata di martedì 10 dicembre la dirigente estone, intervenendo a una sessione speciale della commissione Affari esteri del Parlamento europeo. "Le prossime settimane - ha aggiunto - saranno sicuramente cruciali per comprendere se si andrà nella giusta direzione".

Kallas prudente sul nuovo potere in Siria

Nel suo primo discorso di fronte alle telecamere dopo la conquista del potere da parte dei ribelli siriani, Kallas ha elogiato il popolo della nazione mediorientale per il "risultato storico", ma ha avvertito che la transizione implicherà "enormi sfide" per una nazione devastata dalla guerra. In particolare, l'Alta rappresentante, entrata in carica all'inizio del mese, ha puntato il dito contro i rischi persistenti di violenze settarie, estremismo, radicalizzazione, "armamento della religione" e terrorismo, "che devono essere tutti scongiurati. Dobbiamo evitare che si ripetano gli orribili scenari di Iraq, Libia e Afghanistan".

"In secondo luogo - ha aggiunto - è necessario proteggere i diritti di tutti i siriani, compresi quelli di molti gruppi minoritari. In terzo luogo, è fondamentale preservare l'integrità territoriale della Siria e rispettare la sua indipendenza, la sua sovranità e le istituzioni statali".

Per quanto riguarda i rapporti con l'Hayat Tahrir al-Sham (HTS), la forza ribelle che ha guidato l'offensiva e ha rovesciato il regime dittatoriale di al-Assad, Kallas ha spiegato che si cammina sul filo del rasoio ma ha ammesso alcuni progressi. L'HTS, il cui nome significa "Organizzazione per la liberazione del Levante", è un gruppo militante islamista che in precedenza aveva dichiarato la propria fedeltà ad al-Qaeda prima di rompere i legami nel 2016. Di conseguenza, l'ONU e l'UE hanno inserito l'HTS nell'elenco delle organizzazioni terroristiche proscritte.

Sebbene l'HTS e il suo leader, Abu Muhammad al-Jolani, abbiano cercato di guadagnare legittimità abbracciando il pluralismo e nominando un primo ministro provvisorio, rimangono accusati di violazioni dei diritti umani, tra cui presunte esecuzioni per blasfemia e adulterio eseguite secondo una rigida interpretazione della legge islamica.

"Primi segnali buoni ma giudicheremo dai fatti"

Consapevole del delicato equilibrio di fronte a una situazione ancora magmatica, Kallas ha affermato che l'HTS sarà giudicato "non dalle parole ma dai fatti" e ha avvertito che è "troppo presto" per emettere un verdetto. "I primi segnali sono buoni, ma non ci precipiteremo in nessun tipo di accordo se non abbiamo certezze", ha detto Kallas ai deputati. "È importante mantenere stretti contatti con gli attori regionali e con tutti gli attori internazionali per aiutare la Siria a costruire una vita normale".

A causa dell'iscrizione nell'elenco delle organizzazioni terroristiche, i funzionari dell'UE non possono avere contatti diretti con i rappresentanti dell'HTS. Gli Stati Uniti, ad esempio, si affidano alla Turchia per trasmettere messaggi in Siria. La Kallas non ha chiarito se stia facendo lo stesso. Negli ultimi giorni, si è messa in contatto con le sue controparti in Marocco, Libano, Israele ed Emirati Arabi Uniti, tra gli altri.

Un'altra domanda posta dagli eurodeputati che è rimasta senza risposta è se l'UE intenda o meno condurre una rapida revisione delle molteplici sanzioni imposte contro il regime di Assad, che includono restrizioni su armi, petrolio, tecnologia e transazioni finanziarie.

Barry Andrews, parlamentare liberale, ha suggerito che l'esenzione dalle sanzioni per gli aiuti umanitari dovrebbe essere considerata come primo passo. Durante la sessione, durata un'ora, Kallas ha insistito sul fatto che è "nell'interesse di tutti", compresi l'UE e la Lega Araba, che la Siria prosperi nell'era post-Assad e non cada in un'altra guerra civile.

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