Europeans' Stories ha visitato i Paesi Bassi, dove sono state adottate varie misure in materia
Vivere con una disabilità in Europa è ancora troppo spesso un viaggio pieno di ostacoli e discriminazioni. I Giochi Paralimpici di Parigi 2024 hanno riportato la questione all'ordine del giorno, ma c'è ancora tanto da fare. Nell'Unione europea 101 milioni di adulti hanno una qualche forma di disabilità: si tratta di più di un quarto della popolazione europea.
Più della metà di loro dichiara di essere discriminata. Un terzo delle persone disabili è a rischio di povertà. Le politiche nazionali di inclusione degli Stati membri dell'UE variano notevolmente. Europeans' Stories ha visitato i Paesi Bassi, dove sono state attuate numerose misure per garantire i diritti delle persone con disabilità.
Le Nazioni Unite, però, hanno recentemente criticato il Paese per le disuguaglianze e le carenze ancora esistenti in questo settore. Amsterdam, la capitale, ha più strutture adatte ai disabili di molte altre grandi città europee. "Per usare una sedia a rotelle ad Amsterdam bisogna essere un atleta di alto livello", dice Kees-Jan van der Klooster, mentre fa lo slalom tra le strette strade che costeggiano il famoso canale di Amsterdam.
Paralizzato agli arti inferiori dal 2001 in seguito a un incidente di snowboard, è un campione di sci paralimpico plurimedagliato. "Amsterdam è una città vecchia, molti edifici hanno piccole scale, quindi è difficile raggiungerli con la sedia a rotelle. O attraversare i ponti curvi - continua Kees-Jan, mentre ne sale uno dallo stretto marciapiede alla strada -. Ma dobbiamo essere realistici. Non possiamo trasformare tutti i vecchi edifici o spianare i ponti! Dobbiamo adattarci. Si può adattare il mondo alle esigenze delle persone disabili, ma credo che a volte anche le persone debbano adattarsi".
Da quando si è ritirato dallo sport agonistico qualche anno fa, Kees-Jan ha dedicato il suo tempo ai corsi di formazione offerti dall'azienda che ha fondato dopo il suo incidente. L'obiettivo è insegnare alle persone disabili a superare gli ostacoli che incontrano. Un approccio pragmatico, i cui risultati sono spesso più concreti, dice Kees-Jan, della legislazione nazionale o europea. "Creiamo molte regole che a volte sono utili. Ma nel mio lavoro mi accorgo che quello che faccio è molto efficace, e lavoriamo con il minor numero possibile di regole".
Diverse direttive e regolamenti europei mirano a garantire i diritti delle persone con disabilità nei settori dei trasporti, dell'occupazione e dell'accesso a beni e servizi, in particolare quelli digitali. Entro il 2028 è prevista l'introduzione in tutta l'Ue di una nuova Carta europea della disabilità con diritti specifici e di una contrassegno di parcheggio per disabili.
Ma c'è ancora molto da fare, sottolinea Ioannis Vardakastanis, presidente del Forum europeo disabilità. "Prendiamo, ad esempio, la libertà di circolazione. Se decido di andare a vivere in un altro Paese dell'Ue, la mia disabilità non sarà riconosciuta - dice Vardakastanis -. Bisognerà sottoporsi a una nuova valutazione della disabilità nel nuovo Paese prima di poter ottenere una qualsiasi forma di sostegno".
Più in generale, secondo Vardakastanis "abbiamo bisogno di una forte legislazione antidiscriminazione. La direttiva sulla parità di trattamento, approvata dalla Commissione e dal Parlamento, è bloccata dal 2008 dal Consiglio europeo. Se vogliamo avere un'unione di parità, questa legislazione deve essere approvata e attuata. Abbiamo anche bisogno di un budget maggiore per l'inclusione, la parità di trattamento e la lotta alla povertà. Le parole non bastano a cambiare le cose".