Nessuna esplosione è stata registrata da giovedì nel vulcano eruttato in Islanda. Nella zona colpita le autorità hanno invitato i cittadini a rimanere a casa a causa dei gas velenosi sprigionati dall'esplosione
Rallenta l'attività vulcanica nella penisola di Reykjanes in Islanda dopo che il sistema vulcanico dell'area ha eruttato mercoledì per la settima volta da dicembre. Il fiume di lava rossa ha minacciato la città costiera di Grindavík e ha portato all'ennesima evacuazione del popolare centro termale Blue Lagoon.
I venti stanno diffondendo i gas velenosi nel sud dell'Islanda e nella capitale Reykjavik, per cui le autorità hanno consigliato ai cittadini di rimanere in casa. Secondo l'ufficio meteorologico la situazione dovrebbe migliorare già nella giornata di venerdì, con i venti che dovrebbero iniziare a sospingere i gas velonosi lontano dai centri abitati.
Cosa sappiamo dell'eruzione vulcanica in Islanda
L'eruzione è iniziata mercoledì pomeriggio dopo una serie di terremoti a nord della piccola città di Grindavik, di 3.800 abitanti. A dicembre la città è stata in gran parte evacuata quando il vulcano ha ripreso vita 800 anni di quiescenza.
Sebbene l'attività abbia iniziato a placarsi al calar della sera, si stima che questa eruzione sia la più vigorosa mai avvenuta nell'area. Secondo l'Ufficio meteorologico islandese la lava si è alzata a 50 metri di altezza da una fessura che si estendeva per 3,5 chilometri.
Le barriere costruite per proteggere Grindavík hanno deviato la lava, che ha tagliato due delle tre strade che portano alla città e ha quasi raggiunto la terza.
L'attività del vulcano rallenta
L'Ufficio meteorologico islandese ha dichiarato di aver rilevato una significativa riduzione dell'attività vulcanica e che la colata lavica si trova ora nell'area intorno a Hagafell. Da giovedì non è stata rilevata alcuna attività esplosiva. Le misurazioni GPS suggeriscono un abbassamento del suolo di 15 cm nell'area di Svartsengi, dopo la fuoriuscita del magma.