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Georgia, il Parlamento supera il veto presidenziale e approva definitivamente la "legge russa"

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Image Diritti d'autore  Shakh Aivazov/AP
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Di Michela Morsa
Pubblicato il Ultimo aggiornamento
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Dopo il voto della commissione Giustizia di lunedì, il controverso testo è tornato in Aula, dove è stato riconfermato con un'altra votazione a maggioranza assoluta, capace di scavalcare il veto della presidente Zourabichvili. Proteste fuori dal Parlamento

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Martedì il Parlamento della Georgia ha dato il via libera definitivo alla controversa "legge sugli agenti stranieri" superando il veto presidenziale. La decisione ha provocato altre proteste nella capitale Tbilisi, con i manifestanti che si sono riversati in massa fuori dall'edificio del Parlamento. 

Come aveva già preannunciato più volte, pochi giorni dopo l'approvazione della legge la presidente georgiana Salomé Zourabichvili si era avvalsa del suo potere di non promulgare il testo, rimandandolo ai legislatori e chiedendo che venisse totalmente accantonato, in quanto "non poteva essere migliorato o abbellito"

La stessa presidente, però, era consapevole che il Parlamento avrebbe potuto superare il suo veto senza troppe difficoltà con un'altra votazione a maggioranza assoluta, ossia di 76 voti su 150. E come previsto, l'Aula, dove il partito di governo e promotore della legge Sogno georgiano ha una solida maggioranza, ha votato contro il veto presidenziale. 

Già lunedì la commissione Giustizia del Parlamento aveva votato per riconfermare la legge, spianando la strada all'approvazione finale di questo martedì. 

La legge, soprannominata dai critici "legge russa" in quanto ricalca una norma simile emanata nel 2012 dal Cremlino, prevede che tutti i media e le ong che ricevono almeno il 20 per cento dei loro finanziamenti dall'estero debbano registrarsi come "agenti che perseguono gli interessi di una potenza straniera", pena multe salate.

Le autorità hanno dichiarato che la nuova legge è necessaria per assicurare la trasparenza e limitare i presunti tentativi stranieri di influenzare la politica nazionale. Ma i critici temono che limiterà in modo significativo la libertà di espressione e di stampa, oltre a sabotare il percorso di adesione della Georgia all'Unione europea.

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