"La Russia sfrutta la frustazione dei macedoni", dice il minsitro degli Esteri Bujar Osmani

Il ministro degli Esteri della Macedonia settentrionale Bujar Osmani parla durante una conferenza stampa congiunta con il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba, a Kiev, Ucraina, lunedì 16 ottobre 2023.
Il ministro degli Esteri della Macedonia settentrionale Bujar Osmani parla durante una conferenza stampa congiunta con il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba, a Kiev, Ucraina, lunedì 16 ottobre 2023. Diritti d'autore Thomas Peter/AP
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Di Mared Gwyn Jones
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Questo articolo è stato pubblicato originariamente in inglese

La frustrazione per il ritardo nell'adesione all'Ue in Macedonia del Nord permette alla Russia di seminare discordia nel Paese attraverso la sua guerra ibrida, avverte il ministro degli Esteri macedone Bujar Osmani

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La Russia, secondo Osmani, sta utilizzando campagne di disinformazione mirate, tra cui il trolling online e le _fake news,_per "fratturare il tessuto sociale" del Paese e dei Balcani occidentali in generale, bloccandone l'adesione all'Unione europea.

La frustrazione accumulata lungo il percorso verso l'adesione viene utilizzata da forze maligne che cercano di incanalare questa energia per raggiungere i loro obiettivi, spiega il ministro.

"La Russia ha progettato la disinformazione per impedire alla Macedonia del Nord di raggiungere i suoi obiettivi strategici, ovvero l'adesione alla NATO e all'Ue"
Bujar Osmani
Ministro degli Esteri della Macedonia del Nord

Un percorso a ostacoli

La Macedonia del Nord è Paese candidato all'adesione all'Ue dal 2005, insieme a Croazia e Slovenia, che ora fanno parte a pieno titolo dell'Unione.  Il suo percorso è stato rallentato prima a causa di controversie con la Grecia sul nome del Paese (che ai tempi si chiamava soltanto "Macedonia"), poi con la Bulgaria sui diritti delle minoranze sanciti dalla Costituzione.

Altri quattro Statidella regione balcanica, Albania, Bosnia-Erzegovina, Montenegro e Serbia, sono candidati ufficiali all'ingresso. I negoziati formali di adesione sono stati avviati con tutti i Paesi, ad eccezione della Bosnia-Erzegovina. Anche Kosovo, che non è riconosciuto come Stato indipendente da tutti gli Stati membri dell'Unione, è un "candidato potenziale" all'adesione.

Secondo Osmani, l'intera regione si trova ora a un "crocevia geopolitico" in cui il dibattito politico sta diventando sempre più polarizzato tra pro-europei e anti-europei. Il movimento separatista attivo nella Republika Srpska, in Bosnia, e i ritardi nella normalizzazione delle relazioni tra Serbia e Kosovo sono esempi di tensioni che vengono esacerbate da attori sostenuti dalla Russia, ha detto Osmani.

"Credo che dietro a tutti questi sforzi per mantenere la regione in perenne conflitto ci sia la Federazione Russa attraverso il suo arsenale di mezzi. Ma anche attori statali e non statali che operano nella regione. L'unica risposta è continuare con la nostra agenda per l'integrazione euro-atlantica".

Osmani sostiene il nuovo approccio dell'Ue all'integrazione "graduale" dei Paesi balcanici, compreso il piano di crescita da sei miliardi di euro per il periodo 2024-2027, progettato per aprire il mercato comune ai Paesi candidati dei Balcani occidentali e destinato a far crescere le loro economie fino al 10%.

"La strada è lunga, il viaggio è difficile e i cittadini e i candidati non vedono alcun beneficio", spiega Osmani. "Vogliamo vedere una graduale integrazione della regione nel mercato unico prima dell'adesione", dice il ministro degli Esteri. Ciò potrebbe significare concedere ai Paesi dei Balcani occidentali lo status di osservatori alle riunioni ministeriali dell'Ue, come il Consiglio Affari Esteri, un'idea che igli omologhi europei di Osmani sostengono.

Una minaccia concreta

Intanto il Servizio europeo per l'azione esterna, presieduto dall'Alto rappresentante dell'Ue per gli Affari esteri Josep Borrell, ha indicato in un rapporto la Russia come il principale responsabile della diffusione di disinformazione dannosa sulle piattaforme digitali e l'Ucraina come il principale obiettivo.

Borrell definisce la disinformazione "una delle minacce più significative del nostro tempo" e un "cancro che mette a rischio la salute della democrazia".

Secondo il rapporto, basato su un'indagine su 750 casi di cosiddetta "manipolazione e interferenza dell'informazione estera", anche altri Stati come la Cina interferiscono per minare le istituzioni democratiche e fomentare la polarizzazione negli altri Paesi, con l'obiettivo di "raggiungere i propri obiettivi politici ed economici".

Gli individui più presenti nei casi considerati sono il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyy, il presidente francese Emmanuel Macron, lo stesso Borrell e celebrità come Nicolas Cage e Margot Robbie, le cui voci e volti sono stati deliberatamente manipolati per essere inclusi in contenuti disinformativi.

Telegram e X sono le piattaforme preferite per gli attacchi, con attacchi orchestrati anche su Facebook, TikTok, Youtube e Reddit, nonché sui social network russi VKontakte e Odnoklassniki.

Il rapporto invita a prepararsi a potenziali interferenze in vista delle elezioni europee di giugno, ma mette anche in guardia dal gonfiare la minaccia. Parlando durante l'evento, Osmani ha affermato che i Balcani occidentali sono il "ventre molle" dell'Ue per quanto riguarda le interferenze straniere e la "linea di fuoco" nella guerra di disinformazione tra Est e Ovest.

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