La decisione della giunta al potere in Niger di abrogare una legge contro il traffico di esseri umani potrebbe aumentare l'afflusso di persone migranti in Europa, sostiene la commissaria agli Affari interni Ylva Johansson
Il governo militare del Niger, che ha preso il potere lo scorso luglio, ha annunciato la revoca di una legge del 2015 che aveva frenato il traffico illegale di persone migranti dall'Africa subsahariana verso l'Europa imponendo pene severe per i contrabbandieri.
Johansson ha dichiarato di essere "molto preoccupata" per la decisione, dato la legge ha portato a una "diminuzione significativa degli arrivi irregolari" nell'Unione europea.
Un Paese chiave nelle rotte migratorie
"C'è il rischio enorme che questo provochi nuove morti nel deserto, e questa è la cosa più preoccupante. Ma questo probabilmente significherà anche che più persone arriveranno in Libia, per esempio, e poi magari cercheranno di attraversare il Mediterraneo per raggiungere l'Ue", ha spiegato la commissaria in una conferenza stampa indetta per presentare due proposte legislative contro il traffico di esseri umani.
Milioni di sfollati, confini porosi e gruppi di criminalità organizzata fanno del Niger e del Sahel in generale un corridoio cruciale per i trafficanti di migranti tra l'Africa subsahariana e il Maghreb. Molte persone migranti proseguono poi il loro viaggio imbarcandosi da Paesi come Libia e Algeria verso l'Europa meridionale.
Il Paese è stato negli ultimi anni un partner chiave dell'Ue nella regione: il governo di Niamey riceverà oltre 503 milioni di euro di finanziamenti europei tra il 2021 e il 2024 per iniziative che includono progetti di gestione della migrazione. La cooperazione include anche un accordo per dislocare in territorio nigerino alcune attività di Frontex, l'agenzia di frontiera dell'Ue.
Una parte significativa di questi finanziamenti è stata destinata proprio all'attuazione della legge 2015-36 contro il traffico di migranti, con il sequestro e lo smantellamento delle infrastrutture dei contrabbandieri nel nord del Niger. La legge ha inoltre criminalizzato la pratica del trasporto di cittadini non nigerini in entrata o in uscita dal Paese a scopo di lucro, rendendola punibile con una pena detentiva da cinque a dieci anni e una multa da uno a cinque milioni di franchi Cfa (da 1.520 a 7.601 euro).
Al tempo, alcune organizzazioni umanitarie si erano opposte alla legge, considerandola una manifestazione della pesante influenza dell'Europa sull'Africa dalle pesanti conseguenze per le comunità del nord del Niger, in particolare nella città di Agadez, dove molte persone si affidano al business del trasporto dei migranti per il proprio sostentamento.
Il colpo di Stato e l'abrogazione della legge anti-trafficanti
Ma da quando, a luglio, i ribelli militari hanno violentemente rovesciato il governo del presidente Mohamed Bazoum, l'Unione europea ha sospeso ogni cooperazione di sicurezza con il Niger e ha sanzionato i leader responsabili del colpo di Stato.
Anche la collaborazione in tema migratorio si è interrotta, ha spiegato Johansson, fatta eccezione per un programma delle Nazioni Unite per il reinsediamento nel Paese subsahariano di alcuni rifugiati dalla Libia.
Il colpo di Stato in Niger, uno degli ultimi Paesi della regione del Sahel guidato da un governo democraticamente eletto, è considerato da molti come un duro colpo agli sforzi dell'Ue per ridurre le pertenze di persone migranti dall'Africa subsahariana.
La Commissione teme che l'abrogazione della legge possa favorire le bande di trafficanti, proprio coloro per cui le due legislazioni (un regolamento e una direttiva) presentate da Johansson il 28 novembre prevedono pene più severe.
"Il nostro messaggio ai trafficanti è chiaro: Vi perseguiremo con tutta la forza della legge per impedirvi di fare soldi facili con la sofferenza delle persone".