"Big Tech" spende oltre 100 milioni di euro all'anno per le attività di lobbying digitale nell'Ue

Commissione europea, Bruxelles.
Commissione europea, Bruxelles. Diritti d'autore Olivier Matthys/Copyright 2022 The AP. All rights reserved
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Di Mared Gwyn JonesEuronews Digital - Edizione italiana: Cristiano Tassinari
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Questo articolo è stato pubblicato originariamente in inglese

Secondo i nuovi dati pubblicati da Corporate Europe Observatory (CEO) e LobbyControl, l'attività di lobbying delle aziende tecnologiche a Bruxelles è aumentata a 113 milioni di euro all'anno: sempre più sforzi per influenzare la politica digitale dell'Ue.

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Gli ultimi dati rivelano che 651 aziende e associazioni spendono collettivamente più di 113 milioni di euro all'anno per il lobbismo digitale dell'Unione europea, con un aumento del 16,5% rispetto ai 97 milioni di euro del 2021.

Le prime dieci società digitali rappresentano da sole più di un terzo della spesa totale per il lobbismo, pari a 40 milioni di euro.

Secondo CEO (Corporate Europe Observatorye LobbyControl, la legislazione europea di riferimento per limitare il potere delle Big Tech - il Digital Markets Act (DMA) e il Digital Services Act (DSA) - e il nuovo regolamento sull'IA (intelligenza artificiale) deli 27 Stati membri stanno spingendo le aziende tecnologiche a intensificare il loro potere di lobbying.

Entrambe le associazioni chiedono regole più severe in materia di lobbying, per affrontare l'influenza sproporzionata del settore tecnologico.

L'analisi si basa sulle dichiarazioni annuali rilasciate dalle aziende nel Registro per la trasparenza dell'Ue. I dati, quindi, dipingono solo una parte del quadro generale, poiché escludono le attività di lobbying svolte dalle società di consulenza per conto delle aziende.

"Il denaro non dovrebbe comprare l'accesso e l'influenza nel processo decisionale dell'Ue, ma questo sembra essere esattamente l'obiettivo di questi giganti digitali", ha dichiarato Bran Vranken, del Corporate Europe Observatory (CEO)

"Il loro lobbismo non solo minaccia di annacquare fatalmente una legislazione cruciale come la legge sull'intelligenza artificiale, ma mina anche il processo decisionale democratico", ha aggiunta Vranken.

Secondo Alberto Alemanno, professore di diritto dell'Unione europea presso la HEC di Parigi e fondatore di "The Good Lobby", l'attività di lobbying delle aziende tecnologiche sta diventando lo "strumento preferito" per affrontare la sempre più esigente regolamentazione digitale dell'Unione europea.

"Il lobbismo delle Big Tech si distingue da quello delle altre aziende perché è caratterizzato da spese eccessive e tattiche aggressive", ha dichiarato Alemanno.

"Queste aziende fanno leva sulla loro esperienza mostrando la loro supremazia epistemica, la supremazia del sapere: il messaggio è "sappiamo meglio di chiunque altro come funziona la tecnologia, lasciate che ce ne occupiamo noi e vi promettiamo che vi proteggeremo", ha aggiunto il professor Alemanno. 

Meta ha il conto più salato per le lobby di Bruxelles

Meta, ex Facebook, è il principale finanziatore delle attività di lobbying, con 8 milioni di euro all'anno, in aumento rispetto ai 5,75 milioni di euro del 2021.

È seguita da vicino da Apple, che ha raddoppiato la spesa per le lobby a 7 milioni di euro da 3,5 milioni di euro nel 2021.

I primi 6 soggetti che spendono per le lobby a Bruxelles sono:

  1. Meta, 8 milioni di euro
  2. Apple, 7 milioni di euro
  3. Bayer, 6 milioni di euro
  4. Google, 5,5 milioni di euro
  5. Shell, 5,5 milioni di euro
  6. Microsoft, 5 milioni di euro

Meta ha anche il più alto numero di lobbisti in loco a Bruxelles, con 17,05 Full-Time Equivalent (FTE), seguita da Huawei (11 FTE), Intel (10 FTE) e IBM (7,25 FTE).

Anche Google, Amazon e Apple hanno aumentato la loro forza lavoro di lobbying a Bruxelles dal 2021.

Di tutte le aziende che esercitano pressioni sull'Ue in materia di politica digitale, il 20% ha sede negli Stati Uniti, mentre meno dell'1% ha sede in Cina o a Hong Kong.
Sebbene le aziende tecnologiche cinesi TikTok (900.000 euro) e Alibaba (600.000 euro) stiano investendo in attività di lobbying nell'Ue, i loro budget rimangono molto inferiori a quelli delle loro controparti statunitensi.

Anche due società con sede nell'Ue sono entrate quest'anno nella top 10 dei finanziatori. La spagnola Telefonica ha aumentato la spesa annuale dal 2021 da 1,5 a 2 milioni di euro, mentre la tedesca Deutsche Telekom ha raddoppiato la spesa da 1 a 2 milioni di euro.

Secondo le associazioni, la crescita della spesa complessiva per le lobby e l'aumento della concentrazione del mercato per l'industria tecnologica sono preoccupanti.

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"Le Big Tech, in particolare, hanno un numero sproporzionato di opportunità di influenzare la politica a loro favore grazie alle loro enormi risorse", ha dichiarato Verena Leyendecker di LobbyControl. 
"Abbiamo bisogno di regole più severe per il lobbismo a Bruxelles, ma anche di un'applicazione ambiziosa del Digital Markets Act (DMA) e del Digital Services Act (DSA) dell'UE". Il DMA e il DSA", ha concluso Leyendecker, "offrono modi per limitare il potere sempre crescente di Amazon & Co".

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