Sostenibilità e crescita: la ricetta della Commissione europea

Il vice-presidente esecutivo della Commissione Europea Valdis Dombrovskis (a sinistra) e il commissario all'Economia Paolo Gentiloni (a destra)
Il vice-presidente esecutivo della Commissione Europea Valdis Dombrovskis (a sinistra) e il commissario all'Economia Paolo Gentiloni (a destra) Diritti d'autore European Union, 2023.
Di Efi Koutsokosta
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Pubblicati gli Orientamenti di politica di bilancio per il 2024. Per quest'anno non verrà attivata nessuna procedura di infrazione per disavanzo

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Meno spesa pubblica, ma senza sconfinare nell'austerità. Questa la sintesi delle ultime raccomandazioni della Commissione europea ai governi dei 27 Paesi dell'Unione.

Equilibrio complicato

Gli Orientamenti di politica di bilancio per il 2024 presentati dal vice-presidente Valdis Dombrovskis e dal commissario all'Economia Paolo Gentiloni puntano a promuovere crescita e sostenibilità del debito

Un binomio non facile da coniugare, visto che dal prossimo anno verrà disattivata la clausola di salvaguardia del Patto di stabilità e gli Stati dovranno tornare a mantenere il proprio deficit sotto il 3% del Prodotto interno lordo. A questo proposito, Dombrovskis è stato molto chiaro.

"Il sostegno non può continuare all'infinito. Il tempo degli stimoli fiscali su larga scala è passato. È tempo di cambiare marcia e guardare al futuro".

La Commissione lascerà ai Paesi un importante margine di flessibilità sulla riduzione a medio termine del debito pubblico, che deve rimanere al di sotto del 60% o comunque avviato su un percorso di riduzione. 

A ogni Stato verrà assegnata una raccomandazione di spesa per il 2024, il linea con i suoi obiettivi di bilancio, e nel 2023 non verrà avviata alcuna procedura di infrazione per eccessivo disavanzo.

Come spiega a Euronews l'economista del think tank Bruegel Zsolt Darvas, la sfida più grande è avviare una fase di consolidamento fiscale, dopo molti anni di ingente spesa pubblica.

"I governi hanno speso molto durante la pandemia. Poi sono arrivate la crisi energetica e l'aggressione russa contro l'Ucraina e governi hanno speso ancora molto per la difesa e anche per sostenere famiglie e aziende nel far fronte agli alti prezzi dell'energia". 

In pratica, dice l'esperto, negli ultimi tre anni c'è stata una spesa pubblica molto elevata e avviare un risanamento fiscale sarà una grossa sfida per molti Paesi nel 2024. 

"Quelli messi peggio sono gli Stati con il debito pubblico più alto, tra cui Grecia, Italia e Spagna. Ma penso che anche la Francia dovrà affrontare grosse sfide".

In attesa della riforma

Ma le stesse regole fiscali da seguire oggi potrebbero presto cambiare: nel Consiglio europeo di marzo i leader dell'Unione cominceranno a discutere infatti la riforma del patto di stabilità e crescita. 

La Commissione, che aveva suggerito le proprie intenzioni di modifica lo scorso novembre, presenterà ufficialmente la sua proposta dopo la riunione dei Capi di Stato e di governo, da cui Dombrovskis spera di "vedere emergere un certo consenso".

 La trattativa tra i Paesi cosiddetti "frugali", fautori di rigide soglie per le politiche di bilancio, e quelli più apropensi ad allentare le regole attuali, non si annuncia semplice.

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