La disputa sui diamanti nelle sanzioni alla Russia

Polonia, Irlanda e Paesi baltici vorrebbero includere i diamanti russi fra i prodotti colpiti dalle sanzioni
Polonia, Irlanda e Paesi baltici vorrebbero includere i diamanti russi fra i prodotti colpiti dalle sanzioni Diritti d'autore LEFTERIS PITARAKIS/AP
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Di Jorge LiboreiroShona Murray
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Polonia, Irlanda, Estonia, Lettonia e Lituania vogliono vietarne l'importazione dalla Russia. Possibile anche l'esclusione di GazpromBank dal sistema Swift

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Soldi (sottoforma di transazioni finanziarie) e diamanti: il prossimo pacchetto di sanzioni dell'Unione Europea alla Russia dovrebbe concentrarsi su questi due aspetti, escludendo GazpromBak dal sistema Swift e vietando l'importazione delle pietre preziose dalla Russia: una delle misure da prenderein risposta ai piani di Vladimir Putin di arruolare fino a 300mila riservisti nell'esercito russo e organizzare referendum in quattro territori occupati nell'Ucraina orientale e meridionale.

Contro i diamanti russi

In un documento ottenuto da Euronews, Polonia, Irlanda, Estonia, Lettonia e Lituania chiedono di vietare l'importazione di diamanti originari o lavorati in Russia.

L'Unione Europea ha già interrotto l'esportazione dei suoi diamanti verso la Russia, nel tentativo di danneggiare la ricca élite del Paese, ma il percorso inverso è ancora autorizzato.

Secondo l'International Trade Center, le esportazioni di diamanti russi valevano 4,5 miliardi di dollari nel 2021. La destinazione principale è il Belgio, con il centro di Anversa che domina il mercato internazionale nel taglio e lucidatura del prezioso materiale.

Negli ultimi mesi il governo belga è stato messo sotto osservazione per la sua presunta opposizione a limitare ulteriormente il commercio di diamanti con la Russia.

"Il commercio di diamanti ad Anversa si è adattato durante i mesi di questo conflitto e sono state fatte delle scelte", ha detto il primo ministro belga Alexander De Croo , parlando nella città fiamminga.De Croo ha osservato che le sanzioni dovrebbero concentrarsi più sull Paese aggressore, che sui Paesi europei.

GazpromBank fuori da Swift

Il documento menziona anche GazpromBank, l'istituto di credito determinante nel completare i pagamenti delle forniture di gas tra Russia e Unione Europea. Secondo i cinque governi firmatari, dovrebbe essere espulsa dal sistema SWIFT nel prossimo round di sanzioni.

 La banca con sede a Mosca funge da intermediario tra i clienti dell'Unione e Gazprom, il monopolio russo del gas, e consente la conversione di euro in rubli.

Poiché diversi paesi dell'Europa centrale e orientale rimangono fortemente dipendenti dal gasdotto proveniente dalla Russia, GazpromBank è stata finora risparmiata dalla lista nera di SWIFT, un'omissione notevole che gli  ucraini hanno ripetutamente criticato.

Al momento la Commissione ha affermato che il prossimo pacchetto si concentrerà sulla tecnologia civile, senza fornire ulteriori dettagli: non è chiaro se queste proposte possano rientrarvi o meno.

Le altre misure suggerite

Il documento propone anche un divieto per le società europee di fornire qualsiasi tipo di servizio assicurativo per il governo, le agenzie e le società russe. Il provvedimento prevede un'esenzione se il rischio assicurato è localizzato nel territorio dell'UNIONE o se riguarda missioni diplomatiche.

Per quanto riguarda la tecnologia, i cinque Paesi offrono un lungo elenco di prodotti e servizi il cui commercio dovrebbe essere vietato o fortemente limitato, come l'esportazione di smartphone, fotocamere, proiettori, laser, apparecchi radio, obiettivi e prismi di fabbricazione europea, nonché software per computer, servizi di web hosting e sistemi di sicurezza informatica.

Il gruppo propone anche un divieto in tutta l'Unione dell'uso della tecnologia sviluppata da Kaspersky Lab, una multinazionale russa nota per il suo antivirus di fama mondiale.

In un'altra sezione del documento congiunto, i cinque Paesi propongono di vietare la vendita di immobili con sede nell'Unione Europea a qualsiasi cittadino, residente o società russa, a meno che non abbiano il diritto di residenza permanente.

Polonia, Irlanda, Estonia, Lettonia e Lituania suggeriscono inoltre che l'Unione dovrebbe ampliare la sua definizione di "settore energetico" per imporre restrizioni al commercio di tecnologia nucleare.

"Sosteniamo le sanzioni più dure possibili, ma siamo anche consapevoli che la forza sta nella solidarietà e nell'unanimità", ha affermato un diplomatico di uno dei cinque firmatari. "Quindi lavoreremo per questo".Le sanzioni europee devono essere approvate all'unanimità dai 27 Stati membri, una negoziazione di solito non semplice.

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