La Russia continua ad accusare l'Ue di mettere in pericolo i Paesi africani sul piano della sicurezza alimentare con le sue sanzioni. Ma è davvero così?
La comunità internazionale si sta affrettando a scongiurare una crisi alimentare globale potenzialmente devastante.
Dopo settimane di negoziati, la scorsa settimana l'Ucraina e la Russia hanno firmato un accordo per sbloccare il Mar Nero e consentire alle navi ucraine di trasportare tonnellate di cereali verso i Paesi a medio e basso reddito di tutto il mondo.
L'accordo, mediato dalla Turchia e dalle Nazioni unite, ha fatto nascere la speranza che i danni peggiori vengano scongiurati e che le forniture di grano, mais e sementi, tanto necessarie, siano presto messe in commercio.
Ma nonostante i segnali positivi, il Cremlino continua ad accusare l'Unione europea e i suoi alleati della crisi alimentare, sostenendo che le sanzioni imposte dall'inizio della guerra in Ucraina abbiano bloccato ed ostacolato le esportazioni russe di cibo e prodotti agricoli.
Con questi termini i funzionari russi descrivono così la crisi ai Paesi africani, che sono i più a rischio per l'aggravarsi della carenza di cereali. E l'Unione teme che questa narrazione prenda piede e danneggi la sua posizione internazionale.
"La firma del memorandum Russia-Onu sottolinea ancora una volta la natura assolutamente artificiale dei tentativi dell'Occidente di scaricare sulla Russia la responsabilità dei problemi di approvvigionamento di cereali sui mercati mondiali", ha dichiarato Sergey Lavrov, ministro degli Esteri russo.
È vero? Le sanzioni dell'Ue sono responsabili della crisi alimentare?
Euronews è andata a verificare le accuse della Russia.
Guardate il video qui sopra per scoprire l'intera storia.