Ucraina e Moldova sono "Paesi candidati" all'ingresso nell'Unione Europea

Il Consiglio europeo concederà a Ucraina e Moldova lo status di Paese candidato all'ingresso nell'Unione
Il Consiglio europeo concederà a Ucraina e Moldova lo status di Paese candidato all'ingresso nell'Unione Diritti d'autore Geert Vanden Wijngaert/Copyright 2022 The Associated Press. All rights reserved.
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Superati tutti gli scetticismi al Consiglio europeo. Per Charles Michel si tratta di "un momento storico". Zelensky ringrazia: "È la nostra vittoria"

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Ucraina e Moldova hanno ricevuto lo status di Paese candidato all'adesione all'Unione Europea, concesso dai governi dei 27 Stati membri durante il Cosniglio europeo a Bruxelles.

Ucraina nella famiglia europea

Per quanto riguarda l'Ucraina, ha sicuramente pesato l'invasione russa, giunta ormai al quarto mese, come ha fatto capire il presidente francese Emmanuel Macron. 

"l messaggio che viene trasmesso oggi con chiarezza è molto forte ed è coerente con quanto l'Unione ha saputo fare dal primo giorno del conflitto, reagiendo in modo rapido, storico e unito: con le sanzioni, in sei diversi pacchetti, con il sostegno macroeconomico, militare, finanziario all'Ucraina... e ora con questo gesto politico".

Immediata la reazione dei due presidenti coinvolti, Volodymyr Zelensky e Maia Sandu. grati e contenti per quanto accaduto a Bruxelles

"Questa è la nostra vittoria. L'abbiamo aspettata per 120 giorni e per 30 anni. Batteremo il nemico e ci riposeremo. O, probabilmente, prima ricostruiremo l'Ucraina e poi riposeremo", le parole del presidente ucraino.

Scelta annunciata

La decisione era nell'aria, visto che già al loro arrivo I capi di Stato e di governo, avevano mandato chiari messaggi, soprattutto a Kiev.

"È importante dare questo segnale politico, simbolicamente molto forte. Penso che il popolo ucraino stia combattendo per i nostri valori e anche il lato simbolico è importante. D'altra parte, dobbiamo capire che il processo durerà molto tempo e ci vorranno molte riforme", ha detto il Primo ministro del Belgio Alexander De Croo.

Anche il presidente spagnolo Pedro Sánchez favorevole alla concessione dello status di candidato

Sulla stessa linea il Presidente della Repubblica lituano Gitanas Nausėda."Ci sono alcuni prerequisiti per realizzare questo sogno di aderire all'Unione Europea. Queste condizioni sono legate alla riforma del sistema giudiziario, alla lotta alla corruzione e al dominio degli oligarchi nel Paese, cosi come a molte altre questioni importanti".

Una decisione unanime

La concessione dello status di candidato è infatti un primo passo importante, ma come chiariscono i leader dell'Unione è solo il primo, di un percorso che può richiedere molti anni e che, soprattutto, non include nessuna garanzia di successo.

Per arrivare all'unanimità, necessaria per la concessione dello status, si è dovuto tra l'altro superare lo scetticismo di alcuni Stati, come Svezia, Paesi Bassi, Portogallo. Fonti diplomatiche assicurano a Euronews che a questo punto nessuno ha intenzione di bloccare il processo.

Anche il Parlamento europeo in mattinata si era espresso a larghissima maggioranza a favore della concessione, con 529 voti favorevoli: in questo caso il parere dell'Eurocamera non è in nessun modo vincolante, ma resta un chiaro segnale politico.

Il primo passo è compiuto, ma il percorso è ancora lungo, come si capisce anche dalle parole della Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen.

"Ovviamente tutti i paesi devono fare i compiti prima di passare alla fase successiva del processo di adesione. Ma sono convinta che si muoveranno tutti il più rapidamente possibile e lavoreranno duro per attuare le riforme necessarie".

Georgia e Balcani occidentali ancora in stand by

Se Ucraina e Moldova possono celebrare questa giornata storica, un passo più indietro resta la Georgia, a cui non viene concesso lo status di candidato, ma una "prospettiva europea", in sostanza un incoraggiamento a procedere nel cammino indicato dalla Commissione e migliorare le proprie condizioni democratiche e giuridiche.

Molto insoddisfatti, invece, i ledaer dei Paesi dei Balcani occidentali, che questa mattina, prima del summit, hanno incontrato i loro omologhi europei. Aleksandar Vučić, Dimitar Kovačevski ed Edi Rama, in rappresentanza di Serbia, Macedonia del Nord e Albania sono apparsi molto contrariati un una conferenza stampa organizzata per l'occasione, a cui non ha preso parte nessuno dei leader dell'Unione.

I negoziati di adesione della Serbia sono in stallo da tempo, mentre Albania e Macedonia del Nord sono da tempo Paesi candidati, ma non riescono ad accedere alla fase successiva, cioè l’apertura dei negoziati di adesione, per l’opposizione della Bulgaria.

"Unione europea una realtà ridicola"

 Il governo di Sofia ha un conto aperto con quello di Skopje per la tutela di una minoranza bulgara che a suo dire dovrebbe essere garantita costituzionalmente dai macedoni. Su questo fronte oggi non si è registrato nessun progresso e il primo ministro albanese Edi Rama ha criticato il meccanismo decisionale dell’Unione, affermando che il veto bulgaro trasforma l’Unione europea, parole sue, in una realtà ridicola.

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Rama si è concesso poi anche una metafora letteraria, paragonando Albania e Macedonia del Nord ai personaggi di Aspettando Godot, un’opera teatrale i cui protagonisti attendono invano l’arrivo di una figura salvifica. In questo caso Godot è, ovviamente, l’adesione e l'Unione stessa rappresenta l'autore di una storia comica e tragica al tempo stesso.

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