Stati Uniti, Israele, Qatar e Norvegia: l'Unione europea si sta muovendo per diversificare i suoi rifornimenti. Ma il tempo stringe
Il tempo stringe per l'Unione europea e molti dei suoi Stati membri potrebbero essere presto costretti a razionare il gas. Il piano europeo per liberarsi dalla dipendenza energetica dalla Russia viaggia di pari passo con una minaccia, più o meno esplicita, e in alcuni casi già concretizzata: quella della Russia di tagliare le forniture.
Le contromisure prese finora vanno da un aumento delle importazioni dagli Stati Uniti, che fornirà altri 15 miliardi di metri cubi (bcm) entro la fine dell'anno, con l'obiettivo di portare le forniture annuali a 50 bcm entro il 2030, a un accordo con Israele ed Egitto.
L'Unione punta molto sul gas naturale liquefatto (GNL) per sostituire i milioni di tonnellate di gas che attualmente acquista dai russi. Ma non solo: anche l'incremento dei rifornimenti di gas tradizionale resta una pista molto battuta.
In questo video la situazione complessiva degli Stati che potrebbero sostituire la Russia come fornitori di gas all'Europa.