La diaspora bosniaca teme le pulsioni separatiste della Repubblica Srpska

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Dopo le pulsioni separatiste della Repubblica Srpska gli emigrati bosniaci chiedono all'Europa di non ripetere gli errori commessi nel 1992

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La diaspora bosniaca ha manifestato questo lunedì a Bruxelles per denunciare la crisi politica che sta colpendo la Bosnia-Erzegovina.

L'obiettivo è sensibilizzare sulle crescenti minacce per l'integrità territoriale del paese... che è nato dopo la guerra in Yougoslavia.

Così una giovane manifestante: "Non vogliamo che le cose che sono successe negli anni '90 si ripetano. Penso che il pericolo più grande in Bosnia in questo momento sia la divisione. La divisione tra i musulmani, cattolici ed ortodossi, questo è il pericolo principale. Quello che noi vogliamo con questa protesta è vivere tutti insieme in un Paese pacifico».

Un'altra signora aggiunge: "La gente in Bosnia non deve essere divisa. La Bosnia deve restare unita"

Una terza donna conclude: "L'Ue deve aiutare il popolo bosniaco, non abbandonarci come nel 1992"

La tensione ha raggiunto un nuovo culmine domenica quando i serbi bosniaci dell'entità Republika Srpska hanno tenuto una parata militare vietata, durante la quale il leader politico serbo Milorad Dodik ha inveito in modo bellicoso annunciando piani per iniziare a ritirarsi dal governo bosniaco.

Il significato della data: il 9 gennaio riflette quel giorno nel 1992 in cui i serbi bosniaci dichiararono la creazione della propria repubblica in Bosnia ed Erzegovina.

L'Unione Europea ha condannato tali dichiarazioni. Così un portavoce della Commissione Europea:  "Condanniamo fermamente ogni azione o dichiarazione che vada contro la sovranità e l'integrità territoriale della Bosnia Erzegovina".

Gli Stati Uniti hanno già approvato sanzioni contro Dodik. Ma Bruxelles non ha ancora una unanimità perché alcuni paesi, come l'Ungheria, hanno già detto di non essere disposti a introdurre sanzioni.

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