Crescono le polemiche sui ritardi nei vaccini, l'UE si difende

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Diritti d'autore Francois Lenoir/AP
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Di Maria Psara
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La Commissaria europea alla salute afferma che non c'è stato nessun ritardo nell'approvvigionamento dei vaccini e assicura che neo prossimi mesi la distribuzione sarà più veloce

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"Non c'è tempo per fare polemiche e decidere a chi dare la colpa nell’Unione europea. Ora dobbiamo solo combattere la pandemia. Questo è l'obiettivo della Commissione Europea" afferma il Commissario alla salute. Stella Kyriakides difende la strategia europea di vaccinazione contro il coronavirus, criticata da molti perché troppo lenta nella somministrazione dei vaccini.

"A giugno, quando la strategia è stata lanciata insieme agli Stati membri, non sapevamo se ci sarebbe stato un vaccino efficace e quale vaccino avrebbe avuto più successo. Da allora nei successivi sei mesi abbiamo costruito un portafoglio di sei vaccini in fase di realizzazione. Ne abbiamo già approvato uno: BioNTech / Pfizer e abbiamo avviato le vaccinazioni in tutti i 27 stati membri. L'EMA è in fase di valutazione del vaccino di Moderna. Ritengo che non ci siano stati ritardi nell'andare avanti. Le difficoltà che sono state segnalate non sono legate al numero di dosi che sono state assicurate, ma direi piuttosto a problemi di produzione. Tutto ciò svanirà e migliorerà nelle prossime settimane e mesi.

Ma quando saranno usati i prossimi vaccini nell'UE?

"Moderna è in corso di valutazione e penso che nei prossimi 2 mesi avremo richieste di autorizzazione all'immissione in commercio di altri 1 o 2 vaccini, ma non posso esserne sicura al momento", afferma.

Secondo il Commissario, non ci sono prove scientifiche per poter mischiare i vaccini o per poter ritardare l'iniezione delle seconde dosi.

"Per noi è una priorità che i cittadini abbiano accesso a un vaccino sicuro ed efficace, ed è per questo che abbiamo concordato con gli Stati membri un'autorizzazione all'immissione in commercio condizionata con standard più elevati. Andremo avanti solo se ci sono prove scientifiche che consentano di effettuare dosi più distanziate o mescolare i vaccini. Al momento non c’è nessuna prova scientifica, nessuno studio clinico o informazione a sostegno di tutto ciò".

Journalist • Elena Cavallone

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