Paragona il capo tedesco del Ppe ai nazisti, eurodeputato ungherese sanzionato

Accuse pesanti e gravemente offensive. L'eurodeputato ungherese Tamás Deutsch è stato sanzionato dal Partito popolare europeo, Ppe, per aver paragonato la clausola sullo Stato di diritto alla repressione nazista e comunista.
Le offese sono entrate poi nel personale quando ha accusato il cristiano democratico tedesco e capogruppo del Ppe, Manfred Weber, di usare un linguaggio da Gestapo. La clausola sullo stato di diritto è stata fortemente contestata dal governo ungherese, che afferma che l'idea di democrazia non è la stessa in tutte le culture.
In una trasmissione televisiva ungherese, Deutsch è entrato nel merito delle sue affermazioni e ha ribadito che il principio del "non aver nulla da temere se non si ha nulla da nascondere", annunciato dal capogruppo del Ppe Manfred Weber, era stato già sfruttato sia dalla Gestapo che dalla polizia del segreta comunista.
A peggiorare i rapporti tra il movimento ungherese ultraconservatore, Fidesz, e il Ppe, recentemente è stato anche lo scandalo di un altro eurodeputato magiaro, József Szájer, sorpreso ad un'orgia gay.
I compagni del Ppe sono stanchi di Fidesz, molti vorrebbero però passare dalle parole ai fatti e procedere ad un'espulsione definitiva. Come spiega Radek Sikorski, eurodeputato polacco di centrodestra, il problema è l'ipocrisia. Personalmente non ho nulla contro le persone che partecipano alle orge gay – ha detto - o fanno uso di droghe nel tempo libero. Ma siamo un po' stanchi dell'ipocrisia di fingersi dei bravi credenti e sbandierate i valori della famiglia tradizionale quando si ha una doppia vita ".
Per l'eurodeputato finlandese Petri Sarvamaa, “il modo d'agire di Fidesz è una tragica farsa, ma è anche molto pericoloso per la democrazia in Europa.
Il Partito popolare europeo deciderà se espellere o meno Fidesz solo a pandemia finita. La scomoda convivenza, con il partito di Victor Orbàn, per il momento quindi continua.