Coronavirus, il Parlamento Ue vuole vederci chiaro sui vaccini

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Di Ana LAZARO
Coronavirus, il Parlamento Ue vuole vederci chiaro sui vaccini
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La paura del covid-19 potrebbe aver portato a firmare dei contratti svantaggiosi con le case farmaceutiche che hanno sviluppato il vaccino.

A suonare il campanello d’allarme stavolta non i No-Vax, ma l’Eurocamera, che ha chiesto alla Commissione di spiegare con trasparenza la natura degli accordi con Pfitzer e BionTech. La Commissione europea, dal canto suo, ha spiegato che i contratti non possono essere pubblicati perché alcuni sarebbero ancora in via di negoziazione.

Ma su chi cadranno le responsabilità in caso di effetti indesiderati? Gli eurodeputati vogliono essere sicuri che il quadro giuridico europeo sia rispettato.

"La Commissione ha assicurato di aver firmato dei contratti normali senza deroghe alle regole del settore – afferma Pascal Canfin, eurodeputato francese liberale -. Non abbiamo motivi per dubitare, chiediamo però che questi contratti diventino di dominio pubblico così da mettere a tacere le insinuazioni sul fatto che i laboratori farmaceutici vogliono essere esonerati da ogni responsabilità legale in caso di problemi ”.

Vaccino: le case farmaceutiche vogliono essere sollevate in caso di imprevisti (e sanzioni)

Le aziende farmaceutiche vorrebbero essere esentate da responsabilità, soprattutto nell’ambito del diritto civile, nel caso di imprevisti. In questi casi, gli Stati membri dovrebbero di conseguenza farsi carico delle compensazioni. E gli esperti temono che la mancanza di trasparenza in questo tipo di contratti possa minare ancora di più il già labile rapporto di fiducia tra cittadini e vaccini. Secondo un recente sondaggio commissionato dall’Università Cattolica di Milano, solo un italiano su due vorrebbe farsi vaccinare.

"Sono convinto che la trasparenza e la trasparenza proattiva con i cittadini sia l'unica via da seguire, è l'unico modo per contrastare il movimento No-VAX e le teorie complottiste”, ha detto Yanis Natsis dell'Alleanza europea per la salute pubblica.