Il governo britannico riduce la propria presenza diplomatica a Bruxelles

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Una mossa strategica, ma dannosa, secondo la ricercatrice Gerogina Wright

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Sapere tutto ciò che succede è fondamentale a Bruxelles. Per questo motivo, chi prende le decisioni moltiplica le riunioni quotidiane. Con l'avvicinarsi della Brexit, il governo britannico ha annunciato però di voler ridurre la propria presenza diplomatica in questi incontri. Il messaggio politico è forte, ma per gli esperti è un approccio dannoso, come ci spiega Georgina Wright, ricercatrice all'Institute for Government: "Se perdi alcuni incontri, non hai il quadro completo. Hai dei pezzi qua e là, certo, ma perdi le conversazioni davanti al caffè, quelle nei corridoi. E il Regno Unito sarà uno Stato membro fino al 31 ottobre. Sarebbe interessante e certamente sensato per i diplomatici britannici partecipare al maggior numero di riunioni prima del divorzio".

L'attuale Primo Ministro britannico, Boris Johnson, sta facendo un passo indietro rispetto a chi l'ha preceduto. Theresa May aveva inviato più diplomatici a Bruxelles perché voleva che il Regno Unito fosse sempre presente. "L'approccio di Theresa May era il seguente: dato che i suoi diplomatici non avrebbero più partecipato a questi incontri dopo l'uscita dall'Unione, la presenza diplomatica a Bruxelles e nei diversi Stati membri avrebbe dovuto essere quindi rafforzata", continua Wright. "Altrimenti sarebbe stato più difficile ottenere informazioni in seguito".

Boris Johnson resta sulle sue posizioni e sulla sua scommessa: mantenere la sua strettissima maggioranza da qui all'uscita del Regno Unito.

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