Il processo Spitzenkandidaten ha visto i partiti selezionare un candidato principale per l'elezione del Presidente della Commissione Europea. Il sistema è stato aggirato quando i leader dell'Unione hanno scelto Ursula von der Leyen. Questa è la fine dell'esperimento politico?
Il nuovo volto della Commissione europea doveva essere già chiaro a tutti.
Il cosiddetto processo Spitzenkandidaten ha visto i partiti selezionare un candidato principale. Chiunque avesse vinto le elezioni europee avrebbe dovuto ottenere il posto chiave dell'Unione. Così è stato nel 2014 quando Jean-Claude Juncker è stato eletto.
Questa procedura ritenuta più democratica è stata aggirata quando i leader dell'Unione hanno scelto Ursula von der Leyen.
Questa è la fine dell'esperimento politico?
"Non penso che il sistema del candidato di punta non esisterà più, piuttosto il contrario, stiamo finalmente avendo una conversazione sulla necessità di creare un legame tra i cittadini e il colore politico della Commissione europea" spiega Alberto Alemanno professore di Diritto dell'Unione Europea presso l'Ecole des Hautes Etudes Commerciales (HEC) di Parigi.
È una conversazione che ha un conto salato.
Il dibattito su Eurovision in cui i candidati si sono confrontati è costato caro:
Il Parlamento europeo ha speso oltre un milione di euro per l'evento e 360mila euro sono andati in materiale promozionale.
Il Partito Popolare Europeo ha speso circa 5,5 milioni di euro
I Socialisti e Democratici hanno speso poco meno di 2 milioni di euro e i liberali dicono di aver speso 250.000 euro.
È meno delle elezioni nazionali e l'effetto è più difficile da quantificare.
"Anche se l'elettorato non necessariamente conosceva quei candidati, non sapeva quali fossero le regole del gioco, certamente il fatto di avere quei candidati ha giocato a favore della visibilità sui media, nel personalizzare e persino rendere piu' umano il volto della prossima Unione Europea" conclude Alberto Alemanno.