Tutti contro tutti nel dibattito presidenziale europeo

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A una settimana dalle elezioni europee i candidati principali dei partiti politici europei si sono affrontati in un faccia a faccia che ha rivelato posizioni molto diverse su temi chiave per l'Europa

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Entra nel vivo la corsa per il posto da presidente della Commissione europea. A meno di una settimana dalle elezioni europee i sei candidati dei gruppi politici si sono affrontati in un dibattito a Bruxelles su una serie di argomenti chiave, a cominciare dall' migrazione.

"Ogni volta che qualcuno muore nel Mediterraneo, l'Europa perde un po' della sua anima. Non risolvere questo problema vuol dire perdere noi stessi", ha affermato il socialista Frans Timmermans.

Di visione opposta il leader dei conservatori e riformisti europei, Jan Zahradil "Non ripeterò mai lo stesso errore che ha fatto la Commissione europea: ha introdotto quote obbligatorie che purtroppo non hanno funzionato e che purtroppo hanno aumentato le divisioni in Europa da Est a Ovest".

Ma il punto su cui i leader dei due maggiori partiti politici si sono scontrati è stata la politica economica e le misure di austerità che hanno lasciato un segno profondo tra gli elettori. Timmermans ha accusato il rivale, il popolare Manfred Weber, di esser stato l'artefice di politiche che hanno impoverito paesi come il Portogallo.

"Quando Antonio Costa arrivò con dei piani per creare più giustizia sociale, la Commissione europea disse 'vai avanti', mentre Manfred Weber disse: no, bisogna punire il Portogallo".

Ma Weber ha cercato difendersi puntando il dito sul Commissario europeo Moscovici: "Devo ricordare a tutti che negli ultimi cinque anni è stato il commissario Moscovici, un socialista, il responsabile della programmazione della questione dell'Euro e che oggi è un ministro delle finanze socialista e portoghese a presiedere l'Ecofin, e l' eurogruppo. Tutti dovrebbero assumersi la responsabilità. I socialisti non dovrebbero attaccare le proprie politiche".

Le proteste contro il cambiamento climatico hann o fatto notizia in tutta Europa, obbligando i candidati a fornire le loro credenziali ecologiche, un cavallo di battaglia della verde Ska Keller.

"Sappiamo cosa fare, gli strumenti politici li conosciamo, li abbiamo sul tavolo, abbiamo solo bisogno di metterli in pratica. Ma sfortunatamente altri gruppi presenti qui hanno costantemente votato contro ogni progresso per combattere quella che è davvero una crisi".

Per liberale Margarete Vestager "Si possono creare milioni di posti di lavoro, ad esempio costruire binari ad alta velocità in Europa per collegare le nostre città, per fare in modo che le persone possano spostarsi in treno invece che in aereo".

A sollevare argomenti di protesta e a scaldare il dibattito è stato Nicolas Cue, leader della sinistra europea.

"Sono assolutamente contrario a spingere il problema verso le fasce più deboli della società, come fa Macron in Francia: se per salvare le banche abbiamo trovato 300 miliardi, allora abbiamo anche i mezzi per combattere i cambiamento climatico".

Sebbene i sei candidati principali dei gruppi parlamentari europei ambiscano alla carica di presidente della Commissione UE, sono i capi di stato e di governo europei ad avere voce in capitolo su chi verrà eletto successore di Jean-Claude Juncker.

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