Polonia: un altro tentativo di limitare il diritto all'aborto

Polonia: un altro tentativo di limitare il diritto all'aborto
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Di Elena Cavallone
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In discussione al parlamento polacco, il disegno di legge fortemente voluto dalla chiesa cattolica è stato rigettato dai deputati

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Le donne polacche non sono sole, questo è il messaggio degli attivisti che a Bruxelles hanno portestato contro una bozza di legge, discussa in parlamento lunedì, che vieta l'aborto in caso di anormalità del feto. Il timore è che una stretta del genere favorisca maggiormente gli aborti illegali e metta a rischio la salute delle donne.

Loro sono le persone che lottano in Polonia per il diritto all'aborto

"Se passa una legge del genere verremo messe in una posizione di emarginazione- spiega Gosia Wochowska-. Ci sentiamo cittadine di seconda classe, i cui diritti non sono protetti e che al contrario vengono minacciati dai legislatori. Tutto questo non è giusto".

La legge sull'aborto in Polonia, reso legale nel 1993, è una delle più restrittive in Europa. Attualmente prevede l'interruzione di gravidanza solo in caso di pericolo di vita per la madre, stupro e grave malformazione del feto. Le modifiche che verrebbero introdotte con una legge del genere azzererebbero di fatto la possibilità per le donne di praticare l'aborto. Ma oltre ai limiti legali, diffusissimo nel Paese è l'obiezione di coscienza tra infermieri e medici.

"Viviamo in un clima di paura, dove le donne non si sentono libere di parlare con i medici", continua Gosia. "Se non si da la possibilità alle donne di abortire e di essere informate sui loro diritti, allora si mette in pericolo la loro stessa vita".

Si stima che ogni anno vengano effettuati 100-150.000 aborti illegali, a volte praticati con metodi casalinghi come grucce o qualsiasi altro strumento affilato in grado di raschiare i tessuti. Chi ha più soldi tende invece ad andare all'estero, soprattutto in Slovacchia o in Germania.

Le istituzioni europee hanno una responsabilità nel far pressione sul governo polacco sostiene Sylvie Lausberg, presidente del consiglio delle donne belghe francofone.

"Non si possono abbandonare delle donne, solo perché hanno avuto la sfortuna di essere nate in paesi come l'Italia e la Polonia. Bisogna garantire che il diritto all'aborto sia tutelato nello stesso modo a Stoccolma come a Varsavia. E' necessario far si che gli eurodeputati, nella prospettiva delle prossime elezioni parlamentari, inseriscano nel loro programma la difesa dei diritti sessuali e riproduttivi, la difesa dei diritti delle donne, incluso il diritto all'interruzione della gravidanza".

Il disegno di legge presentato alla Commissione sulle politiche sociale e familiari del Parlamento polacco riceve il sostegno della Chiesa cattolica. Il governo conservatore, tuttavia, aveva ritirato questa bozza in seguito ad una serie di manifestazioni su tutto il territorio nazionale organizzate il 23 marzo scorso, che solo a Varsavia ha riunito 90.000 persone.

A fronte del reiterato progetto di legge i deputati polacchi hanno pero' espresso il loro dissenso e rimesso il testo alla Commissione parlamentare.

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