In attesa che si pronunci l'Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche, continuano a volare stracci tra Londra e Mosca sul caso dell'ex spia russa avvelenata a Salisbury.
Si riunisce a porte chiuse su richiesta della Russia l'organizzazione per la proibizione delle armi chimiche (OPAC), chiamata a pronunciarsi sul caso Skripal.
Mentre tra Londra e Mosca continuano a volare stracci: per la delegazione del Regno Unito, la richiesta della Russia di un'inchiesta congiunta sul caso dell'ex spia russa avvelenata a Salisbury, è solo fumo negli occhi.
Euronews ha sentio il parere del dottor Ralph Trapp, esperto di armi chimiche e consulente sul disarmo internazionale: "Potrebbe sembrare un tentativo di sviare l'attenzione, ma penso che effettivamente se c'è un'accusa sull'uso di armi chimiche sia l' opac a doversene occupare. Perchè è implicito che si tratti di stabilire se in quel caso specifico si sia trattato di un uso illegittimo di armi chimiche proibite, come sostiene l'accusa. Ma forse oggi - continua Trapp - è più importante sapere quali saranno i risultati delle discussioni nel consiglio esecutivo: che tipo di meccanismi, che tipo di strumenti saranno messi in campo per risolvere il problema piuttosto che usare i media per lanciare accuse pubbliche ".
Quello che è certo è che é molto difficile fare chiarezza con l'aiuto di una scienza ancora non certa.
Ralph Trapp: "L'intero campo della chimica forense è abbastanza nuovo, si sta ancora sviluppando: non ci sono database universali che si possano usare per scoprire di quali tracce chimiche si tratti, la questione è capire se si ha avuto accesso a questi materiali all'interno di quei laboratori".
L'OPAC, che sovrintende alla Convenzione sulle armi chimiche del 1997, ha prelevato campioni dal sito dell'attacco di Salisbury e dovrebbe fornire i risultati dei test di due laboratori sotto accusa la settimana prossima.