Frenare l'immigrazione creando posti di lavoro. La speranza dell'UE alla viglia del vertice con l'Africa

Riuscirà l’Unione europea a convincere i partner africani a frenare l’immigrazione verso il vecchio continente? Il vertice di mercoledì e giovedì servirà a questo: promuovere lo sviluppo delle economie locali per dare un futuro a chi scappa da guerre. Per Fatoumata è stato possibile: partita dalla costa d’avorio per recarsi in Libia, è poi dovuta è dovuta fuggire e rientrare a Abidijan, dove adesso gestisce un bancone nel mercato della città.
“È stato difficile, non volevamo rimanere qui. Ma poi a un certo punto in Libia ci sono state delle aggressioni ed è stata dura. Ora va meglio, grazie a Dio andrà tutto bene”.
Sebbene i governi africani riconoscano la responsabilità di cooperare con l’UE, la disputa è tra i Paesi di destinazione e quelli di transito. In Europa, invece, c‘è chi vorrebbe regolarizzare i flussi migratori per aumentare la forza lavoro come Germania, Francia e Portogallo, mentre i paesi dell’Est dicono no ai migranti economici.
La nostra corrispondente Isabel Marques da Silva ci spiega che la maggior parte dei migranti sono giovani poco istruiti, ma l’Africa subsahariana è anche nota per essere una delle migliori regioni al mondo in termini di giovani imprenditori, non solo nel commercio e nei servizi, ma anche nel settore digitale.
In una scuola nel quartiere malfamato di Abobo più di 200 bambini hanno ricevuto una formazione per usare il computer e reciclare vecchie apparecchiature digitali. Questo Baby Lab è frutto di un progetto ideato da Guiado Obin, un ingegnere informatico che ha vinto sovvenzioni europee e del governo francese.
“Gli spazi di lavoro collaborativi o g spazi di innovazione chiamati Fablabs possono essere motore per lo sviluppo e la creazione di lavoro – afferma- perchè in questi luoghi nascono progetti che sono portati avanti da giovani in cerca di integrazione. Possono aprire delle porte sul mondo del lavoro o della libera professione”.
La creazione di posti di lavoro è una delle aree di cooperazione tra Africa e UE, che con un Fondo di 4 miliardi di euro intende incoraggiare investimenti privati nell’ economia digitale, nell’agricoltura e nell’energia rinnovabile.
“A volte vediamo lo stesso problema da due prospettive diverse – ammette Federica Mogherini, capo della diplomazia europea- : prendiamo ad esempio l’immigrazione, il clima, l’ energia, lo sviluppo economico o altro ancora. Ma siamo arrivati alla conclusione che entrambe le parti debbano affrontare insieme questi problemi. Solo in questo modo, sviluppando partneship e trovando soluzioni comuni i problemi verranno risolti”.