Ricca Germania, poveri tedeschi

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Di Hans von der Brelie
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In Germania cresce la povertà relativa. Economia in espansione ma sempre più lavoratori precari

Germania, aumenta disparità ricchi-poveri

L’economia della Germania è in piena espansione, con un tasso di disoccupazione davvero basso ..nonostante questo davanti alle agenzie per il lavoro si vedono persone in attesa di un impiego… Perché?

Manufacturing sector continues to be the backbone of the #German economy—+1.4% growth this year, employing 5.5 million nationwide pic.twitter.com/1Oj9IONosu

— Peter Wittig (@AmbWittig) July 17, 2017

Qui siamo a Berlino. Molti di loro hanno un lavoro, ma è precario o mal pagato, e quindi hanno bisogno di benefici sociali per poter vivere in modo più dignitoso. Senza contare il problema dell’aumento dei pensionati poveri, come la signora Monika. Ha completato una formazione per diventare responsabile commerciale, ma non ha mai avuto la possibilità di firmare un contratto a tempo pieno. “Non vogliono pagare, costo troppo, preferiscono assumere persone non qualificate, che lavorano per 8,50 euro all’ora, per me avrebbero dovuto pagare uno stipendio decisamente più alto, ci spiega Monika Sagertsch.

Mai così tanti poveri dalla riunificazione ad oggi

Ci spostiamo ad Halle. Dopo la riunificazione tedesca c’erano molte opportunità di lavoro. Ma i datori si sono lamentati dei costi elevati per assumere personale. La sfida della Germania resta una: come rimanere competitiva? Lo abbiamo chiesto a Rolf Maurer, un artigiano di 60 anni. Nel 2003 Berlino ha avviato una riforma radicale del mercato del lavoro: meno soldi per le persone senza lavoro. La liberalizzazione e la flessibilità sono diventate le parole chiave. Sono aumentati gli impieghi ma mal pagati, il tasso di disoccupazione è sceso ma il tasso di povertà relativa è aumentato.

Siamo a casa del Signor Maurer: un artigiano in grado d risolvere ogni problema; i suoi clienti li trova su internet, il suo modello di business è la flessibilità totale. Questo significa che un giorno può guadagnare molto e il giorno dopo nulla. Quali sono i rischi che deve affrontare?” Rolf Maurer ci fa notare che deve affrontare diversi rischi: “Non avrò mai il minimo dovuto, non so mai che lavoro dovrò fare domani, o dopodopomani… Senza contare poi il rischio maggiore: ovvero quando i clienti non mi pagano affatto.”

euronews: “Lei è un lavoratore autonomo e si deve così assumere tutti i rischi imprenditoriali. Quanto prende all’ora per lavorare?”

Rolf Maurer: “La Camera di Commercio mi ha consigliato di chiedere almeno di 35 euro all’ora, ma negli ultimi anni ho guadagnato molto meno, di solito circa 15 euro o dieci euro all’ora.”

La prima preoccupazione per il Signor Maurer è riuscire a pagare l’affitto per il suo piccolo appartamento. E poi ovviamente deve pensare a come acquistare gli strumenti da lavoro necessari. Alla fine non gli resta nulla per i pagare i contributi per la pensione. Quando era giovane per un certo periodo ha avuto un’assunzione in una fonderia. Poi l’impianto è stato chiuso, e da quel momento ha sempre lavorato con contratti a termine. Non ha più trovato un impiego a tempo indeterminato. Ora ha deciso di rivolgersi a un’agenzia di lavoro interinale. Ma c‘é chi lo considera troppo anziano. Ecco perché Maurer si è dovuto inventare una sua attività autonoma. “Alla mia età non è bello essere obbligati a questa forma di lavoro autonomo. Quando hai raggiunto una certa età, vorresti avere un impiego normale e stabile. A 60 anni non sei veramente nello stato d’animo giusto per avviare un’attività partendo da zero e con rischi”.

Il Signor Maurer non ha tuttavia intenzione di smettere di lavorare, confermando così una tendenza crescente: il numero di tedeschi che lavorano ancora in età da pensione è raddoppiato negli ultimi dieci anni … (dal 5 all’11% nella fascia compresa tra i 65 e i 74 anni). La maggior parte di loro deve farlo per forza per avere una pensione e una vita più dignitosa. È una necessità, non una scelta. Ecco perché si adatta a quello che chiede il il cliente: “Posso lavorare anche nel fine settimana, se mi viene chiesto. Oppure posso lavorare la sera. Tutto questo per soddisfare le esigenze dei clienti”.

In Germania, aumento occupazionale + aumento di disparità sociale e posti di lavoro precari e sottopagati http://t.co/OuHkiVHz

— Giovanna Zammarchi (@GZammarchi) February 20, 2013

Il mercato del lavoro, tra contratti freelance e precarietà

Torniamo a Berlino. Alcuni sindacalisti hanno definito la città “la capitale dell’occupazione precaria e dei lavoratori poveri”. Uno di questi è Dierk Hierschel, economista di una delle più grandi sigle sindacali tedesche della la Ver.di. “In Germania abbiamo il problema che un lavoratore su cinque prende meno di dieci euro l’ora e quindi deve essere considerato un lavoratore povero. Questo è il risultato della distruzione delle regole del mercato del lavoro. La Germania è un paese ricco ma anche socialmente diviso: in questo paese ricco vivono persone che lavorano 40 o 50 ore la settimana, ma non riescono a sopravvivere bene con il loro impiego”, precisa Hierschel.

Il problema riguarda l’industria dell’edilizia, ma anche quello della ristorazione, il retail e il settore dei servizi in generale. Adriana e Jan insegnano presso due scuole pubbliche di musica nella capitale. Tilman è un loro amico e fa il video-blogger. Con un sorriso un po’ amaro i tre amici condividono le loro esperienze. Jan, sposato e padre di due bambini, si sforza di pagare i fondi per la pensione. Adriana insegna musica da oltre 10 anni e smetterà di lavorare nel 2033. Quando ha ricevuto una lettera su quanto sarà la sua pensione è rimasta sconvolta.

“Nessuno crederà a quello che sto per dire… Quindi vi mostrerò la mia informativa sulla pensione, è tutto scritto qui, nero su bianco. Percepirò una pensione mensile di 351 euro. L’affitto del mio appartamento ammonta a 400 euro e quei soldi non mi bastano..”, sottolinea Adriana Balboa.

351 euro non sono nulla Questa è la conseguenza dei contratti da freelance, ovvero fatturare ogni singola ora, non avere le ferie pagate, non avere redditi stabili. C‘è qualche soluzione? Jan Hoppenstedt ci spiega che si sta studiando un contratto di lavoro collettivo per chi insegna musica con una retribuzione decente!. Niente più contratti freelance. E si pensa anche a un’assicurazione che copra la malattia. “Oggi, se ci si ammala, dobbiamo spendere i nostri soldi, quando una donna partorisce un bambino non può perdere il suo lavoro!”

A Berlino abbiamo un numero troppo basso di posizioni permanenti: la peggiore situazione in tutta la Germania, il 93% sono liberi professionisti e solo il 7% è personale permanente. L’amministrazione locale ha annunciato di assumere molto presto il 20% degli insegnanti di musica, ma non basta dicono questi tre amici. Per far sentire la loro voce Tilman ha composto una canzone che spiega molto bene la situazione dei precari: “Anni sui libri per poi non avere nemmeno i soldi per pagarti una casa….”

Insiders - Filming 'Poor Germany'vlog of musician
youtube.com/watch?v=GsIPPis0×3s&feature=youtu.be

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