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"Brexit",Tusk: "Buoni i progressi fatti ma ancora questioni in sospeso"

"Brexit",Tusk: "Buoni i progressi fatti ma ancora questioni in sospeso"
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Di Euronews
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“Una proposta per un nuovo accordo” tra Unione Europea e Regno Unito sarà sul tavolo martedì: parola del presidente del Consiglio europeo. “Buoni i

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“Una proposta per un nuovo accordo” tra Unione Europea e Regno Unito sarà sul tavolo martedì: parola del presidente del Consiglio europeo. “Buoni i progressi fatti ma ci sono ancora questioni in sospeso”, ha spiegato Donald Tusk. L’intesa tarda, dunque, ad arrivare. Dopo la fumata nera di domenica a Londra, gli esperti degli aspetti tecnici hanno continuato a lavorare per finalizzare la proposta per l’appartenenza del Regno Unito all’Unione Europea.

“I negoziati non sono stati sufficienti per permettere ai tecnici della Commissione europea di raggiungere un accordo. Questo è un processo che riguarda i Ventotto e la commissione lavora per tutti e 28 gli Stati”,ha detto la portavoce della Commissione, Margaritis Schinas.

“L’accordo non è fatto”: aveva detto venerdì David Cameron alla fine dell’incontro a Bruxelles con Jean-Claude Juncker. Un negoziato con tanti nodi da sciogliere. Il leader britannico ha ribadito le sue condizioni per restare dentro l’Unione Europa: poter dire no ad un’integrazione politica ancora più forte; permettere al Parlamento britannico e agli altri Parlamenti nazionali di bloccare la legislazione europea, bocciando una direttiva che non convince.

E poi c‘è la clausola “salva-sterlina”. Il Regno Unito vuole che i Paesi fuori la zona euro non siano svantaggiati e vuole poter non pagare per i piani di salvataggio dei Paesi dell’euro. Il punto più controverso è il taglio ai sussidi sociali per i cittadini europei. I lavoratori stranieri dovranno aspettare 4 anni prima di poterli chiedere nel Regno Unito. Una richiesta contraria per Bruxelles al principio della libera circolazione dei lavoratori.

La proposta sarà inviata a tutti i Ventotto con l’obiettivo di raggiungere l’intesa al summit del 18 febbraio. A giugno, come promesso, Cameron potrà indire il referendum sull’appartenenza del Regno Unito alla Unione Europea.

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