Nel cyber-spazio esiste un luogo in cui tutto sembra essere permesso. Un mercato nero dove i trafficanti di armi o di droga, così come i terroristi e
Nel cyber-spazio esiste un luogo in cui tutto sembra essere permesso. Un mercato nero dove i trafficanti di armi o di droga, così come i terroristi e i pedofili agiscono liberalmente. Questo spazio viene definito Dark Net, la rete oscura. Secondo gli esperti si tratta di un mondo virtuale 500 volte più grande rispetto al web che tutti conosciamo.
Uno dei modi più semplici per accedere alla Dark Net è Tor, sistema
che rende invisibile l’indirizzo IP degli utenti, trasferendo il traffico dati da un computer all’altro e facendolo passare attraverso vari sistemi crittografici.
Tor, inizialmente progettato dall’intelligence statunitense, può anche ospitare siti web rendendo impossibile risalirne alla fonte. Se i suoi detrattori lo definiscono un sistema che consente a terroristi e criminali di nascondere le loro attività, i suoi sostenitori lo difendono
e sottolineano quanto Tor sia fondamentale, ad esempio, per i dissidenti dei Paesi guidati da regimi repressivi.
In un simile contesto le agenzie di intelligence occidentali sembrano perdere la capacità di monitorare gli angoli più bui del web.
Tema di questa puntata di On The Frontline è la linea sottile che separa privacy e libertà offerte dalla rete, da tutto ciò che costituisce un crimine, anche grave.
Ospiti di Paul Hackett: Rob Wainwright, direttore dell’Europol, e Preston Byrne di Eris Industries, un’azienda che produce sistemi crittografici.