Telia, Porsche, Currys: quali sono le aziende europee più green?

Allison Kirkby, President and CEO of Telia Company which came top of the FT's corporate climate leader list.
Allison Kirkby, President and CEO of Telia Company which came top of the FT's corporate climate leader list. Diritti d'autore TT News Agency/Claudio Bresciani via REUTERS
Di Lottie Limb
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Una nuova classifica stilata dal quotidiano britannico Financial Times indica quali sono le aziende europee che fanno di più per ridurre le proprie emissioni.

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Quali sono le aziende europee più all'avanguardia nella protezione dell'ambiente? Una nuova classifica stilata dal quotidiano britannico Financial Times (FT) indica quali sono le 500 aziende europee che fanno di più per ridurre le proprie emissioni.

Al primo posto c'è il fornitore di telecomunicazioni svedese Telia, seguito dalla tedesca Deutsche Telekom e dalla società tecnologica spagnola Indra Sistemas.

Altri nomi familiari nella top 10 includono la casa automobilistica tedesca Porsche, il rivenditore online britannico Currys e la multinazionale francese dei beni di lusso Kering.

Quali sono le innovazioni di queste società e cosa possono insegnare alle altre aziende?

Quest'anno il FT ha fatto qualcosa di leggermente diverso con il suo elenco annuale, scavando più a fondo per esaminare tutte le emissioni aziendali. Fino a qualche anno fa, le aziende che riducevano le proprie emissioni erano semplicement quelle che avevano tagliato di più su un peridodo di cinque anni le emissioni di gas serra Scope 1 e 2. Si tratta di emissioni che provengono rispettivamente dalle operazioni dell'azienda e dall'energia che utilizza.

Le emissioni Scope 3, invece, provengono da altre parti della catena di produzione dell'azienda e sono più difficili da definire, dato che non esiste un sistema universalmente concordato e, poiché i fornitori non sempre forniscono dati affidabili, le aziende spesso scelgono di tacere su questo fronte.

Ma queste emissioni nascoste spesso superano di gran lunga ciò che viene considerato negli Scope 1 e 2.

Consapevole della necessità di affrontare il cambiamento climatico, il FT ha assegnato per la prima volta alle aziende un punteggio che riflette la loro trasparenza nel divulgare questi dati. Impegnarsi con la Science Based Targets Initiative (SBTi, che valuta i piani di riduzione delle emissioni) e il monitoraggio delle prestazioni ambientali CDP potrebbe anche far salire un'azienda in cima alla lista.

"Le aziende devono affrontare un controllo crescente da parte dei consumatori e delle autorità di regolamentazione sulle loro prestazioni ambientali, e la metodologia per l'elenco dei leader climatici di quest'anno è stata rafforzata di conseguenza", scrive Neville Hawcock del FT.

L'indicatore di riduzione delle emissioni è stato combinato con gli impegni sul clima, per assegnare un punteggio complessivo a ciascuna impresa.

Inutile dire che le compagnie energetiche alla ricerca di nuove fonti di combustibili fossili e quelle colpevoli di greenwashing sono state escluse. Così come altre aziende con una "reputazione ambientale" bassa, a causa di legami con settori che causano deforestazione o inquinamento.

In che modo le aziende stanno affrontando le proprie emissioni?

Marc John / Reuters
Deutsche Telekom afferma di emettere il 94% in meno di CO2 rispetto al 2017.Marc John / Reuters

La svedese Telia, a cui è stato assegnato un punteggio massimo di 84 ha ridotto le sue emissioni di CO2 dell'85% tra il 2018 e il 2022. Ha raggiunto questo obiettivo passando completamente all'elettricità rinnovabile, rafforzando la sua efficienza energetica e limitando i viaggi di lavoro organizzando riunioni virtuali.

"Siamo felici di aver raggiunto questo traguardo e stiamo continuando a elaborare la nostra strategia energetica e di riduzione delle emissioni di CO2 per i prossimi anni", ha detto a Euronews Green Sara Nordbrand, responsabile della sostenibilità presso la società di telecomunicazioni.

Telia sta ora riducendo le emissioni nella sua catena di approvigionamento. "La maggior parte delle nostre emissioni di CO2 viene generata nella catena di approvvigionamento, dove chiediamo ai fornitori di fissare obiettivi climatici basati sulla scienza come abbiamo fatto noi", afferma Nordbrand.

Siamo felici di aver raggiunto questo traguardo e stiamo continuando a elaborare la nostra strategia energetica e di riduzione delle emissioni di CO2 per i prossimi anni.
Sara Nordbrand
Telia

"Siamo felici di vedere che un numero crescente di fornitori si unisce a noi nel nostro viaggio in questo modo".

Alla fine del 2022, i fornitori che generano il 35% delle emissioni della catena di approvvigionamento di Telia avevano fissato obiettivi climatici, afferma Nordbrand.

Al secondo posto, con 82,5 punti, c'è Deutsche Telekom, motivata dalla sua ambizione di diventare la principale azienda globale di telecomunicazioni digitali e sostenibili. “Il rating del Financial Times è la conferma che siamo sulla strada giusta. Allo stesso tempo, è un ulteriore incentivo per il futuro a continuare a pieno ritmo”, afferma un portavoce.

All'interno delle proprie operazioni, l'azienda emette il 94% in meno di CO2 rispetto al 2017, in rotta per essere completamente neutrale dal punto di vista climatico entro il 2025. L'anno scorso, ha ridotto il consumo energetico in Germania di 278 gigawattora, l'equivalente di 11 per cento del consumo totale dell'azienda.

"Vogliamo raggiungere zero emissioni nette nella produzione di telefoni cellulari", ha detto agli azionisti il CEO Tim Höttges. “Chiunque non riesca a ottenere una produzione ecologica alla fine verrà rimosso. Importiamo dispositivi, ma esportiamo i nostri standard di protezione ambientale”.

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Vogliamo raggiungere zero emissioni nette nella produzione di telefoni cellulari. Chiunque non riesca a ottenere una produzione ecologica alla fine verrà rimosso. Importiamo dispositivi, ma esportiamo i nostri standard di protezione ambientale.
Tim Höttges
CEO di Deutsche Telekom

Deutsche Telekom ha promesso che entro il 2040 la sua intera catena di produzione sarà climaticamente neutra, dalla produzione di dispositivi al consumo energetico dei clienti. Höttges sta mantenendo la rotta puntando a una riduzione del 55% delle emissioni di CO2 entro il 2030 rispetto al 2020.

Complessivamente, i servizi finanziari rappresentano il maggior numero delle 500 società della classifica, con il 12,2%. Seguono trasporti, logistica e imballaggi, seguiti da energia e servizi di pubblica utilità.

Il 25% delle società presenti nell'elenco sono localizzate nel Regno Unito. Seguono la Germania con il 14,6 per cento e la Francia con l'11,4 per cento.

Una questione di reputazione

Le grandi società generalmente ricevono una cattiva stampa se non dimostrano impegno per tutelare l'ambiente. Gli impatti devastanti del cambiamento climatico in Europa, dall'ondata di caldo da record dello scorso anno all'attuale siccità che colpisce le nazioni del sud del continente, stanno contribuendo ad aumentare la sorveglianza dei consumatori nei confronti delle aziende, anche private.

Per assicurarsi di mantenere i dati fuorvianti fuori dalle proprie classifiche, il FT ha arruolato GreenWatch, un team di ricerca sulla sostenibilità presso l'University College di Dublino.

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