Un dipendente del Deutsches Museum di Monaco è stato condannato per aver rubato e venduto dipinti sostituendo gli originali con dei falsi
Un dipendente di un museo tedesco è stato condannato per aver rubato dei dipinti e averli sostituiti con dei falsi. Ciò al fine di vendere quelli veri per finanziare uno "stile di vita di lusso", secondo un tribunale distrettuale di Monaco.
L'uomo di 30 anni, del quale è stato mantenuto l'anonimato, come previsto dalla legge tedesca sulla privacy, è stato condannato anche per aver rubato altre tre opere d'arte dal Deutsches Museum di Monaco, dove lavorava come tecnico, secondo una sentenza pronunciata dal tribunale il 25 settembre.
Ha venduto gli originali attraverso la casa d'aste del museo e ha usato il ricavato per pagarsi un appartamento, una Rolls Royce e orologi di lusso.
Nei due anni in cui l'uomo ha lavorato al Deutsches Museum, dal 2016 al 2018, ha rubato prima "La fiaba del re ranocchio" di Franz von Stuck, del 1891, che ha venduto per 70mila euro. Ha detto alla casa d'aste che il dipinto apparteneva ai suoi nonni.
Stessa sorte per "Degustazione del vino" di Eduard von Grützner e "Due ragazze che raccolgono legna in montagna" di Franz von Defregger. L'ex dipendente non è riuscito invece a vendere l'ultimo dipinto rubato, il "Dirndl" di Defregger.
Il Deutsches Museum non è un museo d'arte: e questo è il motivo principale per cui i dipinti sono rimasti così a lungo introvabili. Pur essendo un'istituzione scientifica e tecnica, il museo di Monaco ha nei suoi archivi un'ampia collezione di opere d'arte donate, il che lo rende particolarmente vulnerabile a questo tipo di furti.
I "maldestri" falsi sono stati infine scoperti da un perito interno che stava facendo delle ricerche e si è accorto che i dipinti che aveva visto in magazzino non corrispondevano alle immagini delle opere nel catalogo del museo.
Il tribunale di Monaco di Baviera ha inflitto all'uomo una pesante condanna a 21 mesi con la condizionale, ma ha dichiarato che il pentimento dimostrato, insieme alla sua fedina penale pulita, gli ha permesso di evitare il carcere. Gli è stato inoltre ordinato di restituire al museo più di 60mila euro per i dipinti rubati. "Ha dichiarato di aver agito senza pensare", si legge nella dichiarazione del tribunale. "Oggi non è più in grado di spiegare il suo comportamento".