´Le master-class di Guillermo del Toro al Festival di Annecy

Guillermo del Toro ad Annecy (2023)
Guillermo del Toro ad Annecy (2023) Diritti d'autore David Mouriquand
Diritti d'autore David Mouriquand
Di Nicolò Arpinati
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Basta con i film in live-acting, Guillero del torno, al Festival di Annecy, è tornato sul suo primo amore, il cinema d'animazione

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Quest'anno il Festival del Cinema d'Animazione di Annecy, giunto alla conclusione dell'edizione 2023 nella serata di sabato 17 giugno, ha scelto, all'interno del suo eccezionale e variegato programma, di puntare i riflettori anche sull'animazione messicana.

Per l'occasione, a Jorge R. Gutierrez, il pluripremiato regista e animatore de "Il libro della vita", è stato chiesto di disegnare il poster ufficiale dell'evento, mentre il mondo dell’animazione messicana è stato oggetto di diverse masterclass durante la settimana, alle quali abbiamo avuto il piacere di partecipare.

E chi meglio del celebre regista Guillermo del Toro, autore di film acclamati come i due Hellboy, “Il labirinto del fauno”, “La fiera delle illusioni” e dei film premio Oscar "La forma dell'acqua" e "Pinocchio", poteva condurre alcune di queste masterclass?

L'animazione è stata, infatti, il primo amore di del Toro, come ha sottolineato ad Annecy raccontando i suoi inizi nel genere, avvenuti utilizzando ancora la telecamera Super 8 del padre. E, considerando ciò che ci ha detto durante due masterclass stellari, sarà anche l'ultimo.

Infatti, dopo la vittoria dell'Oscar per il miglior film d'animazione per "Pinocchio", il regista ha dichiarato che preferisce concentrarsi sull'animazione e che che gli restano solo pochi lungometraggi in live-action da realizzare.

"Ci sono ancora un paio di film in live-action che voglio fare, ma non molti", ha detto del Toro. "Dopo di che, voglio fare solo animazione. Questo è il piano".

Il passaggio del regista cinquantottenne all'animazione a tempo pieno va celebrato e ha chiaramente un grande significato per lui: infatti, ascoltare del Toro mentre racconta i suoi inizi a Guadalajara, condividendo numerosi aneddoti al fine di comunicare appieno il suo amore per il mezzo di animazione è davvero coinvolgente. E spesso anche molto divertente.

Ha raccontato che gli inizi in ristrettezze economiche hanno comportato un taglio dei costi, a partire dal cibo ("Abbiamo scoperto che il cibo più economico era quello per cani - è pieno di calcio, quindi abbiamo mangiato cibo per cani e tutti i soldi che abbiamo risparmiato li abbiamo usati per comprare una lente o una nuova luce"), il suo eterno rispetto per il suo tutor degli effetti speciali e "insegnante di trucco", il compianto Dick Smith (“Il Padrino”, “L'esorcista”), e come il suo futuro suocero gli disse che riteneva che le persone nel mondo del cinema fossero "molto indecenti".
Del Toro rispose con la solita ironia: "Io sono un uomo perbene, farò i miei pupazzi con l'argilla, così ci sarà poco spazio per la cocaina!".

Ha anche raccontato come il suo primo film avrebbe dovuto essere un film in stop-motion e come quel piano sia andato in fumo quando dei vandali hanno svaligiato lo studio e distrutto centinaia di pupazzi e le scenografie, mettendo così fine al suo sogno originale e facendo passare il giovane regista al live-action con il suo film d'esordio, “Cronos”.

Ora sta per avere la sua seconda possibilità.

Un "panino alla merda"

Anche se si tratta di un regista due volte vincitore di un Oscar, considerato una leggenda del cinema, non pensate nemmeno per un momento che non abbia le mani legate.

Del Toro ha definito l'industria cinematografica "orientata a produrre merda e a distruggere la tua arte", rivelando che cinque dei suoi progetti sono stati rifiutati dagli studios negli ultimi due mesi.

"Negli ultimi due mesi hanno detto no a cinque dei miei progetti", ha detto al pubblico di Annecy. "Quindi la situazione non si risolve. Fare film è come mangiare un panino alla merda".

"La merda c'è sempre, solo che a volte si ottiene un po' più di pane con la propria", ha detto, dipingendo un'immagine culinaria piuttosto efficace.

Ha poi aggiunto: "Il tasso di produttività rispetto ai vostri sforzi rimarrà frustrantemente difficile e frustrantemente lungo. E incontrerete sempre degli stronzi. Ma abbiate fede nelle storie che volete raccontare e aspettate che qualcuno le voglia comprare".

Per quanto sia schietto riguardo ai guardiani dell'industria e agli uomini di denaro, per del Toro tutto torna alla passione. Durante i suoi colloqui ad Annecy, il regista messicano ha sottolineato come la stop-motion sia "la più bella forma di animazione perché è la più intima".

"C'è sempre una forte connessione tra l'animatore e il modello fisico", ha continuato, aggiungendo inoltre: "L'animazione è per gli spiriti non addomesticati. L'animazione è dire vaffanculo al mondo così come ti è stato presentato da bambino. Non smettete di dire vaffanculo al mondo". 

"Continuate a dirlo finché non vi schiantate. Questa è la cosa importante dei mostri. Li amo perché rappresentano un materiale, corporeo vaffanculo al mondo".

Del Toro ha anche sottolineato come l'animazione sia un mezzo collaborativo e l'importanza di trasmettere le conoscenze in modo che le generazioni future possano contribuire a mantenere viva questa forma d'arte.

"Se ami l'animazione e non ami solo te stesso, allora insegnala, condividila. Se ce l'hai, condividila. Siamo un gruppo di pazzi che cercano di mantenere viva un'antica forma di magia. Quindi condividetela e trasmettetela".

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Parla, ma cammina anche. Sono rari i registi come del Toro, così pieni di amore, umorismo e generosità. Durante l'intero festival, è stato un piacere vederlo dedicare del tempo ai membri del pubblico, salutarli e ascoltare i progetti di giovani registi e animatori.

“È questo il bello di Annecy: non sei solo, fai parte di una comunità di matti. È fantastico, approfittatene”.

Nel suo secondo seminario di questa settimana, ha detto agli studenti e agli animatori presenti che non sono soli e che sono collegati al mondo, sottolineando la necessità che questa comunità dal cuore grande si unisca, condivida le risorse e apprezzi ciò che gli altri fanno nel settore.

Per quanto sia indubbiamente commovente, se un premio Oscar come del Toro si vede rifiutare i suoi progetti, che speranza hanno gli altri?
È un pensiero triste e piuttosto deprimente.

Tuttavia, ringraziamo gli dei dell'animazione per festival come quello di Annecy.
Un evento che non solo celebra il meglio dell'animazione, ma offre una piattaforma importante a talenti emergenti che hanno bisogno di visibilità per affermare la propria voce in una scena internazionale più ampia.

Tuttavia, se siete ancora sconvolti (come noi) dal fatto che non avremo uno o più dei suoi cinque progetti rifiutati (stiamo ancora aspettando il tanto vociferato adattamento del maestro messicano di "At the Mountains of Madness" di H.P. Lovecraft), preparatevi ad altre imprecazioni.

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Non solo per i bambini e per il manicomio

Il regista messicano ha insistito sul fatto che il mezzo di animazione non è solo per i giovani: "Credo che si possa realizzare un dramma fantasy per adulti con la stop-motion e commuovere le persone", ha detto. "Penso che la stop-motion possa essere intravenosa, può arrivare direttamente alle emozioni in un modo che nessun altro mezzo può fare".

Pur riconoscendo che la più recente serie di film d'animazione (“Spider-Man: Across the Spider-Verse” e “The Super Mario Bros. Movie”) ha avuto un buon successo al botteghino, e citando anche “Teenage Mutant Ninja Turtles: Mutant Mayhem”, presentato in anteprima ad Annecy e in uscita nelle sale ad agosto, ha aiutato il genere, concedendogli "un po' più di libertà", del Toro ha sottolineato che "ci sono ancora grandi battaglie da affrontare".

Non ha usato mezzi termini nei confronti di Hollywood e dei grandi studios, affermando che l'animazione è la forma d'arte più pura e che è stata "rapita da un gruppo di teppisti", riferendosi in questa maniera agli studi di animazione mainstream che cercano di evitare i rischi con un'infinita serie di prodotti di facile consumo.

"Dobbiamo salvarlo. Penso che possiamo portare un sacco di roba buona nel mondo dell'animazione".

Ha sfruttato un’efficace analogia con il cavallo di Troia per spiegare che c'è ancora molta strada da fare affinché l'animazione sia considerata alla pari con i film in carne e ossa. Così come l'horror, considerato per decenni il più piccolo dei generi a Hollywood, che adesso vivendo una sorta di rivalutazione da parte dei principali studios, l'animazione deve essere ulteriormente apprezzata.

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Non da parte del pubblico, sia chiaro. Il Festival di Annecy testimonia la passione e l'eccitazione che circonda l'animazione, con alcuni degli spettatori più apprezzabili e assolutamente deliziosi che si possano incontrare e con cui si possano condividere le proiezioni. L'animazione ha bisogno di sedersi al tavolo dei grandi da un'industria che pone costantemente dei paletti.

"L'industria ci tiene ancora al fottuto tavolo dei bambini", ha commentato del Toro. "Dobbiamo lottare per cambiare questo stato di cose, per prendere possesso del manicomio e poi gestirlo! (...) Ecco perché festival come Annecy sono così importanti".

Temere l'animazione "stile emoji", non l'IA

Il regista ha dichiarato che l'animazione "in stile emoji", in cui tutti sono "felici, impertinenti e veloci", non va molto lontano. Al contrario dell'animazione commerciale, preferisce vedere "la vita reale nell'animazione" e ritiene che non ci sia un momento da perdere.

"Penso che sia urgente vedere la vita reale nell'animazione. Le emozioni sono codificate in una sorta di commedia sentimentale adolescenziale, quasi un comportamento da emoji. (Se) vedo un personaggio che alza il sopracciglio, o che incrocia le braccia, o che ha una posa impertinente - oh, odio questa roba. Perché tutti si comportano come se fossero in una sitcom? Penso che sia pornografia emotiva. Tutte le famiglie sono felici e impertinenti e veloci, tutti hanno una battuta. Beh, mio padre era noioso. Io ero noioso. Tutti nella mia famiglia erano noiosi. Non avevamo battute. Siamo tutti incasinati. È questo che voglio vedere in animazione. Mi piacerebbe vedere la vita reale in animazione. Penso che sia urgente".

Un altro avvertimento che del Toro ha lanciato è contro la stupidità delle aziende, non contro l'intelligenza artificiale, come ha dichiarato.

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"Quando la gente dice di avere paura dell'intelligenza artificiale, io dico di non avere paura di nessuna intelligenza, ma di avere paura della stupidità", ha condiviso del Toro.

"Ogni intelligenza è artificiale. La stupidità è naturale. Completamente, al 100% naturale, organica. Abbiate paura della stabilità. È questo il vero nemico".

Detto questo, ha sottolineato come cerchi di evitare il più possibile i set e gli effetti digitali: "Penso che abbiamo bisogno di cose che sappiamo essere fatte dagli uomini per recuperare lo spirito umano. Amo le cose che sembrano fatte a mano. Odio la perfezione, cazzo".

Ha concluso, riferendosi al linguaggio degli studios: "Penso che quando qualcuno chiama le storie 'contenuto', quando qualcuno dice pipeline, sta usando un linguaggio da fogna".
Parole sante, maestro.

Per quanto riguarda i film live-action che ancora gli restano, quest’estate Guillermo del Toro dovrebbe finalmente girare la propria versione di Frankenstein, da tempo in sospeso (tutto dipende dallo sciopero degli sceneggiatori in corso).
Al progetto partecipano Oscar Isaac, Mia Goth e Andrew Garfield.

Tornerà anche su Netflix per la sua prossima avventura in stop-motion, l'adattamento animato del romanzo di Kazuo Ishiguro "Il gigante sepolto".

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Il libro segue una coppia di anziani che vive in un'immaginaria Inghilterra post-arturiana in cui nessuno può conservare i propri ricordi a lungo termine. Del Toro intende girare il film con la stessa tecnica di stop-motion utilizzata per “Pinocchio”. Considerando l'incredibile perizia di quel film, che si è anche aggiudicato un premio Oscar, c'è da scommettere che “Il gigante sepolto” non farà altro che la nostra fortuna nel fatto che Del Toro abbia scelto di dedicarsi all'animazione.

Dopo tutto, i mondi suggestivi e fantastici di Guillermo del Toro meritano di non essere incatenati a quello reale, soprattutto nel momento in cui l'animazione può fare molto di più.

Lui lo sa. Annecy lo capisce. Ed è ora che tutti gli altri lo capiscano.

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